Terra Nuda

La precarietà su cui oggi poggia il settore oleario un po’ inquieta

Ci scrive l’imprenditrice olearia Adele Scirrotta: “Le azioni che si intraprendono oggi - sia come industria, sia come consumatori - determineranno il futuro del settore e del prezioso oro liquido che dovrà necessariamente continuare a fluire sulle pietanze di molte altre generazioni a venire”. Da dove ripartire?

Olio Officina

La precarietà su cui oggi poggia il settore oleario un po’ inquieta

Gent.mo Direttore,

l’olio, da secoli, ha rappresentato non solo un alimento fondamentale nelle diete, ma anche un simbolo di cultura e prosperità. Oggi, questo “oro liquido” si trova ad affrontare sfide senza precedenti, che mettono in discussione sia la sua sostenibilità, sia la sua stessa disponibilità futura.

Le sfide del settore oggi ci conducono verso un orizzonte nuovo.

Il cambiamento climatico sta avendo un impatto devastante sulle produzioni, con siccità e malattie delle piante che minacciano raccolti interi. Parallelamente, le fluttuazioni di mercato pongono ulteriori ostacoli economici per i piccoli produttori, incidendo sulla loro capacità di competere su scala globale.

Nulla ci impedisce di parlare a tal proposito di innovazione e sostenibilità, per andare verso il futuro.

Nonostante le difficoltà, molti produttori stanno adottando tecnologie innovative e metodi di coltivazione sostenibili. L’utilizzo di sistemi di irrigazione a risparmio idrico e di pratiche agricole che proteggono la biodiversità sono solo alcuni esempi di come il settore stia cercando di adattarsi. Di conseguenza, non deve mancare da parte dei consumatori l’impegno a consumare con consapevolezza, correttamente informati. E il mondo dell’olio come tale deve trasmettere un sapere che porti ciascuno verso scelte di acquisto meditate.

Optare per esempio per degli oli certificati, che garantiscano pratiche sostenibili e un equo compenso per i produttori. Tutto ciò può fare la differenza nel promuovere un futuro più sostenibile per l’olio.

Concludo questo mio breve pensiero mettendo in evidenza come l’industria dell’olio si trovi oggi davanti a un bivio.

Le azioni che si intraprendono oggi – sia come industria, sia come consumatori – determineranno il futuro del settore e del prezioso “oro liquido” che dovrà necessariamente continuare a fluire sulle pietanze di molte altre generazioni a venire.

Adele Scirrotta

Acos olearia

 

Grazie per la preziosa testimonianza, da imprenditrice olearia qual è, sa bene che abbiamo tanta fame di futuro; e, nonostante le tante ed evidenti criticità, non possiamo certo desistere.

Più che il cambiamento climatico e il mercato in fibrillazione, mi preoccupa di più la disorganicità della filiera, una certa impreparazione e uno spirito di contrapposizione.

Il consumatore in fondo non ha colpe se non è in grado di scegliere con consapevolezza e si spazientisce per i prezzi alti di cui non comprende le ragioni.

Le responsabilità di molte anomalie sono da attribuire a chi non ha saputo (o non ha voluto) trasmettere una autentica cultura di prodotto. Bisogna partire (e ripartire) dalla cultura.

Luigi Caricato

 

In apertura, per gentile concessione, foto della tenuta olivetata di Adele Scirrotta

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