La società italiana di tossicologia contro la biodinamica
Reca la data di lunedì 7 giugno la lettera inviata alla Commissione Agricoltura della Camera, in cui si chiede ai deputati molta attenzione su quanto sta facendo il Parlamento, legalizzando formazione universitaria e vantaggi economici legati a una pseudoscienza: la biodinamica. “Sarebbe grave, oltre che ingiusto, se il Paese prendesse questa deriva sponsorizzando e promuovendo rituali magici e stregoneschi”
Illustre Deputato/a,
lo Stato sta per legalizzare la formazione, nelle università italiane, in materie pseudoscientifiche, stregonesche ed esoteriche e il diritto, ai cultori di queste, di godere di vantaggi economici da fondi pubblici. L’iter legislativo del dispositivo che permetterà di equiparare agricoltura biologica e agricoltura biodinamica, trasferendo alla seconda i benefici di cui gode la prima è, infatti, quasi concluso. Durante le ultime settimane i mass media hanno dato grande risalto alla vicenda, spiegando innanzitutto al cittadino di cosa parliamo quando parliamo di «biodinamica».
La questione non è nuova, ed esistono criteri molto precisi, curati dall’ente di certificazione Demeter (Strandard Demeter) ai quali la biodinamica richiede di ottemperare e che chiariscono la natura di questa disciplina. Alcuni di questi criteri fanno riferimento all’antroposofia di Rudolf Steiner e affermano, per esempio, che «nei processi vitali lavorano insieme molte forze diverse la cui origine non è esclusivamente materiale». I «preparati biodinamici» sono realizzati con organi animali come il corno di vacca, l’intestino, il cranio, il peritoneo o la vescica e hanno la funzione di «concentrare le forze vitali costruttive e plasmatrici che provengono dal cosmo nella sostanza che è contenuta in quel determinato organo […]. Il modo in cui essi agiscono può essere paragonato a quello dei medicinali omeopatici».
I paladini dell’agricoltura biodinamica sostengono che essa abbia fondamenti scientifici. In realtà essa non ha fondamenti scientifici né empirici: è stata inventata di sana pianta. Se la biodinamica fosse una scienza si dovrebbero potere verificare i suoi principi e replicare l’efficacia di questi. Per fare tutto ciò dovremmo, quindi, allestire un esperimento, ma come è possibile misurare «forze diverse la cui origine non è esclusivamente materiale», oppure verificare se gli organi animali possano «concentrare le forze vitali costruttive e plasmatrici che provengono dal cosmo»? Naturalmente non è possibile e, se le cose stanno così, non resta altro che avere fede nei principi della biodinamica, che a questo punto assomiglia più a una religione e con la scienza non ha nulla a che fare.
Fatto sta che il 20 maggio scorso il Senato della Repubblica ha approvato quasi all’unanimità il DDL 988 (Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico). Il testo definitivo del DDL consentirà l’equiparazione tra agricoltura biologica e agricoltura biodinamica, consentendo a quest’ultima di godere di vantaggi economici, promozione sociale e culturale, e di utilizzo di prodotti nelle mense pubbliche e convenzionate, così come di beneficiare di finanziamenti privilegiati nelle istituzioni di ricerca dello Stato, come il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) e il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA). A questo si aggiunge la possibilità di introdurre percorsi formativi dedicati nelle università. Il DDL, che concluderà il suo iter dopo il voto della Camera, come accennavamo, prevede che una quota di fondi pubblici sia dedicata specificamente alla ricerca scientifica, alla formazione nel settore biologico e, quindi, all’equiparato biodinamico. Nell’Art. 11 del DDL si specifica, infatti, che: «Sono promossi specifici percorsi formativi nelle università pubbliche attraverso la possibilità di attivare Corsi di laurea, Dottorati di ricerca, Master e Corsi di formazione in tema di produzione biologica».
L’unico voto contrario al dispositivo di legge, allo scorso passaggio in Senato, è stato quello della ricercatrice e senatrice a vita Elena Cattaneo, che ha definito la biodinamica «una truffa scientifica» e chiesto all’Aula di non ripetere l’errore commesso nel 2013, quando sostenne il Metodo Stamina. Questo fu noto per l’ambizione di guarire principalmente patologie neurodegenerative grazie una terapia priva di evidenze ma capace di suggestionare le associazioni di pazienti e i pazienti. Facendo leva sulla disperazione di persone condannate a morte dalla malattia, l’inventore del Metodo, il comunicatore pubblicitario Davide Vannoni, riuscì ad avere dalla sua il Parlamento. A quel tempo, infatti, la Commissione Affari sociali della Camera dei deputati approvò all’unanimità (sull’onda emotiva della pressione da parte dell’opinione pubblica) una sperimentazione clinica per verificare il famigerato Metodo, stanziando tre milioni di euro. Sperimentazione che ne evidenziò solo l’inconsistenza scientifica.
Ci troviamo oggi nuovamente davanti alla possibilità che le tasse dei contribuenti vadano a sostenere una stregoneria. In questo tetro scenario una cordata di scienziati e ricercatori, afferenti alle maggiori istituzioni scientifiche del Paese, come lo stesso CNR, l’Accademia dei Lincei e molti atenei italiani, hanno lanciato la «Petizione sullo stato giuridico dell’agricoltura biodinamica in Italia», online su Change. org contro il finanziamento pubblico all’agricoltura biodinamica. Mentre avviene tutto questo anche noi ci chiediamo che Stato sia uno Stato che finanza pratiche magiche sottraendo fondi, solo per fare alcuni esempi, alle scuole, all’università e al Sistema sanitario nazionale.
Gentili saluti,
SITOX, Società Italiana di Tossicologia
Milano, 7 giugno 2021
In apertura, foto di Massimo Occhinegro
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