Terra Nuda

Mi hanno preso tutti per pazzo

Storie. Emanuele Mileto molla tutto, ogni sicurezza e prestigio professionale, per scegliere la via difficile. “La campagna è fatica”, dice. “Anzi, come diceva mio nonno, la terra è bassa ma le gioie e le soddisfazioni sono enormi”

Olio Officina

Mi hanno preso tutti per pazzo

L’agricoltura non è fatta solo di routine, implica delle adesioni di fede, con scelte che segnano la vita, a volte. Dobbiamo perciò iniziare a pensare il mondo agricolo in modo diverso dal solito, visto e concepito non solo come risposta a una necessità, ma anche come scelta volontaria e di coraggio, quale segno e di discontinuità rispetto al passato. Vi proponiamo la storia personale di Emanuele Mileto, dalla Liguria, in Val Prino, in provincia di Imperia.

STORIA DI VITA

Nato quarant’anni fa da una famiglia di contadini, finita la scuola ho pensato bene di fare un lavoro diverso da quello dei miei genitori. Mio padre mi aveva cresciuto a suon di “studia e cercati un lavoro meno faticoso” e io, così, lo presi in parola.

In realtà ho sempre aiutato i miei genitori in campagna. Coltivavamo fiori,come molti nella riviera ligure di ponente. Avevamo le olive con cui facevamo l’olio per noi, i parenti e gli amici.

A diciannove anni sono stato il rappresentante di una azienda che produceva per la grande distribuzione organizzata, e tutto ciò, unito al boom del momento, con la nascita dei supermercati low cost, mi ha permesso di fare carriera in fretta, e così il passo a capo area nord Italia è stato breve, malgrado fossi giovanissimo.

Il cambio di marcia è arrivato con la richiesta, da parte di una società che si occupa di componenti elettronici che cercava un responsabile commerciale. E così, cambio settore e la dea bendata è stata ancora dalla mia parte, con il boom dell’informatica. Cresco sul piano lavorativi e assumo l’incarico di direttore commerciale, cambio azienda e mi trasferisco a Genova, a 100 km da casa, da fare due volte al giorno, ma ne è valsa la pena, tanto che vengo assunto quale direttore acquisti quadro. Grande soddisfazione personale, ottimo stipendio, auto, altri benefici, ma poi arriva la crisi e la società decide di chiudere la filiale di Genova e di mantenere Milano. Avrei dovuto trasferirmi, ne discuto con mia moglie lei si dimostra convinta, poi il colpo di scena: mio padre, correva l’anno 2006, va in pensione e io decido di mollare ogni sicurezza economica ritornando all’azienda di famiglia, a coltivare la terra.

Inutile dire che mi hanno preso tutti per pazzo, ma io non volevo cambiare casa, non volevo trasferirmi. Volevo che mio figlio nascesse in mezzo alla campagna, come me. E’ stata dura. Soprattutto i primi mesi, perché non ero abituato, nè fisicamente, nè mentalmente al lavoro di campagna, tuttavia pian piano, e grazie anche ai consigli dei miei
genitori, ho superato il momento iniziale.

Dopo poco mi sono però accorto che ero più affascinato dal mondo dell olio anziché da quello dei fiori recisi o in vaso, e così ho iniziato a prendere altre campagne, fino a oggi. Oggi, con oltre due mila piante riesco a produrre un quantità di olio discreta. Il nome è Dolio, come colui che nell’Odissea teneva i giardini e le olive di Penelope. Cerco di fare un olio genuino e gustoso. Porto avanti la conversione delle campagne in biologico, settore in cui credo molto. L’olio che produco, e che vendo soprattutto all’estero, è lo stesso che mangia mio figlio. La campagna è fatica. Anzi, come diceva mio nonno, la terra è bassa ma le gioie e le soddisfazioni che ti possono dare sono enormi, senza contare che abbacchiare le olive con mio figlio di tre anni vicino che, serio, muove il bastone sulle fronde di olive è per me qualcosa di impagabile.

A oggi la mia azienda agricola produce olio mosto, monocultivar Taggiasca a marchio
Dolio, oltre a olive in salamoia e snocciolate e crema di olive. Investo molto nella
comunicazione e spero che i clienti capiscano la fatica e l’amore che ci sono dietro
una semplice bottiglia di olio. In tutto questo, sicuramente, molto lo devo a chi ha
creduto in me senza prendermi per pazzo, ovvero mia moglie.

Emanuele Mileto

Dolio

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