Terra Nuda

Paolo De Castro su made in Italy: il sistema deve cambiare

Prospettive di crescita per l’agroalimentare italiano in ambito comunitario e UE ma l’Italia deve fare un salto di qualità a livello organizzativo, logistico e di marketing. È emerso nell’incontro tra Paolo De Castro e gli imprenditori organizzato a Verona da L’Informatore Agrario

Olio Officina

Nota stampa. Le produzioni agroalimentari italiane spiccano per l’eccellenza qualitativa ma per farci strada in Europa e, più ancora, nel mondo, occorre migliorare capacità organizzativa, impostare efficienti sistemi a rete e una più capillare distribuzione per aumentare la presenza sui mercati internazionali Le prospettive di crescita media per i prossimi 5 anni sono di 9 punti”. Lo ha affermato Paolo de Castro, presidente della Commissione agricoltura del Parlamento Europeo, che ha incontrato oggi a Verona nella sede di Edizioni L’informatore Agrario un ampio e qualificato pubblico di imprenditori, rappresentanti del mondo agricolo e della cooperazione operanti nei settori strategici per la nostra economia, dal vino alla cerealicoltura, dall’ortofrutta al lattiero-caseario.

L’incontro, moderato dal direttore de L’Informatore Agrario Antonio Boschetti, ha focalizzato l’attenzione su punti di forza e debolezza del sistema agroalimentare italiano in relazione alle trattative in corso in UE e alla luce della nuova PAC. “Nel 2013 l’export agroalimentare italiano ha toccato il suo massimo storico, arrivando a 33,4 miliardi di euro (+5% rispetto al 2012, +78% rispetto al 2002) – ha introdotto Paolo De Castro. A dispetto di questo record sono ancora poche le imprese che riescono ad esportare: nell’industria alimentare sono circa il 12%, in quella delle bevande arrivano al 50%. Nel dibattito, che ha suscitato ampia partecipazione in sala, sono emerse le criticità del “sistema Italia”.“Manca la consapevolezza che l’agricoltura vada gestita come un vero e proprio comparto economico – ha detto Antonio Boschetti, direttore de L’Informatore Agrario. Serve pragmatismo quando si tratta di “made in Italy”, con un approccio diverso da filiera a filiera, aspetto che è stato condiviso oggi da tutti i rappresentanti delle filiere di prodotti Dop e di base”.

Paolo De Castro, reduce da Bruxelles, ha fornito inoltre un quadro sulle trattative in corso in UE, in una prospettiva di internazionalizzazione: “Oggi assumono rilevanza strategica gli accordi commerciali internazionali su cui sta lavorando l’UE. Tra di essi si segnalano gli accordi bilaterali in corso con USA, India e Giappone. in particolare l’UE stima che la conclusione dell’accordo con gli USA potrebbe far aumentare le esportazioni comunitarie del 15% da qui al 2017 (+1,7 miliardi di euro), il caso del Giappone è ancora più promettente, +137%, pari a 5,9 miliardi l’anno. Per quanto riguarda il nuovo Regolamento sull’informazione e promozione dei prodotti agroalimentare, la dotazione finanziaria dovrebbe essere pari a 61,5 milioni di euro per il primo anno per poi arrivare a 200 milioni di euro nel 2020”.

Tra i partecipanti in sala: Cesare Baldrighi presidente del Consorzio di tutela del Grana Padano, Giuseppe Alai, presidente del Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano, Flavio Innocenzi, direttore del consorzio dell’Asiago, Giordano Veronesi, Cesare Bellò, direttore Opo Veneto, Primo Anselmi, Presidente Apo Scaligera, Fausto Bertaiola, presidente Op Coop (Ortofrutticola Padana), Mauro Fanin, presidente Cereal Docks, Flavio Furlani, presidente Cia Veneto, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, presidente Confagricoltura Veneto, Enzo Gambin, direttore Aipo Verona, Federico Grazioli, presidente Agriconsulting Spa, Fabrizio Guidetti, presidente Unipeg, Giancarlo Lechtaler, direttore Collis Veneto Wine Group, Aldo Lorenzoni, direttore Consorzio Tutela Soave, Fabio manara, presidente Compag, Paolo Merci, direttore Verona Mercato, Ermina Perbellini, presidente Verona Mercato, Albino Pezzini, presidente Aipo, Andrea Sartori, Casa Vinicola Sartori e Gianni Zonin.

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