Terra Nuda

Passi cruciali per la filiera del legno con la nascita del primo cluster 

L’obiettivo di fondo dell’operazione è arrivare a una capacità autonoma di produzione di qualità. Si guarda poi al necessario rafforzamento dei legami tra le imprese, le istituzioni e gli enti di ricerca, con la creazione di collaborazioni nei processi di innovazione e di marketing per valorizzare - secondo principi quali la sostenibilità e la tracciabilità - il prodotto legnoso nazionale

Marcello Ortenzi

Passi cruciali per la filiera del legno con la nascita del primo cluster 

Il 20 Luglio presso il Masaf, è stato firmato il protocollo di intesa sulla creazione del primo cluster italiano del legno: un risultato importante, per tutta la filiera, legato alla Strategia Nazionale Forestale del febbraio 2022.

Sono stati quindici i soggetti impegnati nella costituzione del cluster nazionale: Federlegnoarredo, Cna, Confartigianato, Confcooperative, LegaCoop Associazione Generale Cooperative Italiane, Consorzio Legno Veneto, Cluster Arredo Legno Friuli Venezia Giulia, Fsc Italia, Pefc Italia Uncem Nazionale, le Università della Basilicata, di Padova, della Tuscia e il Cnr. Primo Direttore il friulano Carlo Piemonte, già direttore di Cluster Arredo Fvg e già presidente di Legno Servizi.

Quali gli obiettivi del cluster

Il cluster dovrà promuovere e sostenere iniziative nella filiera in sinergia tra il mondo forestale e il sistema della prima e seconda lavorazione del legno.

Tra gli altri obiettivi vi è il rafforzamento dei legami tra le imprese, le istituzioni e gli enti di ricerca, creando collaborazioni nei processi di innovazione e di marketing, così come la valorizzazione del prodotto legnoso nazionale, seguendo i principi di certificazione di qualità, sostenibilità e tracciabilità.

In tale contesto sarà di fondamentale importanza il lavoro di studio da parte delle università italiane, e dai centri di ricerca, e ogni innovazione prodotta dovrà trovare il giusto canale per poter arrivare alle filiere economiche.

È stato evidenziato che il legno rappresenta l’1% del Pil italiano in linea con la media europea e, come sottolineato dal ministro Lollobrigida, “Il Masaf ha deciso di scrivere una strategia vincente, consentendo all’Italia di avere una capacità autonoma di produzione di legno di qualità e valorizzare le potenzialità della Nazione”.

Il valore della produzione complessiva della macro-filiera del legno italiana si attesta sui 39 miliardi di euro, che, complessivamente, rappresenta circa il 4,5% del fatturato manifatturiero nazionale.

Il tasso di utilizzazione delle risorse forestali italiane è basso (prelievo legnoso al 24% dell’incremento di volume), e ciò rende il Paese dipendente dall’estero: la domanda di materie prime e semilavorati in legno non è soddisfatta, se non parzialmente, da risorse forestali nazionali (circa 12 milioni di metri cubi di legname).

La filiera forestale comprende 6.500 imprese forestali attive, con poco più di 12.000 addetti, 27.000 imprese di trasformazione del legno, con circa 103.000 addetti e con un fatturato di quasi 13 miliardi di euro.

In generale, il comparto legno-arredo ha una forte vocazione all’export, al quale viene destinato il 50% della produzione.

L’obiettivo di fondo dell’operazione cluster è arrivare a una capacità autonoma di produzione di qualità.

Anche per presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin, si tratta di un “passo in avanti nel solco della Strategia forestale nazionale. Il cluster consolida il nostro impegno a valorizzare il sistema foresta-legno italiano e rafforzare la competitività della filiera, proseguendo sulla strada della sostenibilità. L’apporto e il supporto del Masaf saranno fondamentali nell’azione di promozione della gestione attiva del nostro patrimonio forestale, attraverso un approccio ecosistemico di cui potranno beneficiare le filiere coinvolte, l’ambiente e le economie dei territori”.

Le aree forestali coprono quasi 12 milioni di ettari, pari al 36,7% del territorio nazionale, toccando il 50 % in alcune regioni italiane, dove un terzo delle superfici ricade in aree protette, Lombardia,  Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Liguria, Emilia – Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna e Valle d’Aosta.

In apertura, foto di Olio Officina©

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