Se 20 milioni per l’olio extra vergine italiano posson bastare
Il ministro per le Politiche agricole Teresa Bellanova smonta in poche ed essenziali battute una polemica pretestuosa in merito al bando indetto da Agea per la fornitura di olio agli indigenti
A volte basta poco per derubricare a puro lamento tutte le manifestazioni di protesta fondate sui pregiudizi. In questi ultimi giorni si è letto e ascoltato di tutto, quando tutto invece era quanto mai chiaro e semplice da capire.
Ci ha pensato il ministro Bellanova, rispondendo al Question Time dello scorso 5 agosto. A coloro che accusavano Agea di privilegiare le grosse aziende con l’olio estero, ha risposto che “Il bando indetto dall’Agenzia per le erogazioni in agricoltura per la fornitura di olio d’oliva agli indigenti risponde ai criteri imposti dalla normativa europea il cui capitolato prevede che l’olio extra vergine d’oliva sia ottenuto da olive prodotte, molite e confezionate nell’Unione europea, tenuto conto che questo bando rientra nei fondi europei FEAD”. Pertanto, o si accetta di stare in Europa, o si gioca a fare i sovranisti e populisti.
Quanto invece all’olio made in Italy, la stessa Belanova ha precisato che “considerate le particolari difficoltà che sta attraversando il settore dell’olio di oliva, nell’ambito delle diverse tipologie di prodotti destinati al Fondo emergenze finalizzato a rispondere al bisogno e alle fragilità alimentari e che per la prima volta può contare su un monte di risorse pari a 300 milioni, è stato previsto di stanziare 20 milioni per l’acquisto, tramite procedure ad evidenza pubblica, di olio di oliva extra vergine 100% italiano”.
“Io stessa – ha precisato il ministro Bellanova – ho chiesto agli Uffici di seguire due principi per l’utilizzo dei fondi: partire dal bisogno espresso dagli enti caritativi che svolgono un ruolo insostituibile sul territorio; ed evitare sprechi alimentari, intervenendo sulle filiere italiane più a rischio”.
La foto di apertura è di Olio Officina ©
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