Terra Nuda

Extra vergine, registrato un aumento dell’11% sul prezzo nell’ultimo anno

La guerra in Ucraina è complice, ma non è l’unica causa. Lo conferma l’indagine condotta da Altroconsumo: nel caso specifico dell’olio, un ruolo cruciale è occupato dalle strategie adottate dalle catene distributive. Ad aver subito maggiormente le conseguenze del conflitto è l’olio di semi di girasole, registrando un aumento di prezzo del 15% tra febbraio e marzo 2022, e rispetto allo scorso anno il rincaro è pari al 43%

Olio Officina

Extra vergine, registrato un aumento dell’11% sul prezzo nell’ultimo anno

Attraverso la rilevazione prezzi fornita da Iri, Altroconsumo ha monitorato i prezzi, praticati nel mese di marzo da Ipermercati, Supermercati e Discount, di otto categorie di prodotti alimentari (olio di semi di girasole, farina 00, pasta, olio extravergine, zucchero, caffè, latte e passata di pomodoro) e di due prodotti del settore ortofrutticolo(zucchine e banane), confrontandoli con quelli del mese scorso e degli scorsi anni.

In termini generali, il carrello della spesa degli italiani ha subìto un incremento del 40%.

L’olio di semi di girasole subisce un aumento del 43% in un anno

Dall’inchiesta emerge che uno dei prodotti a subire maggiormente le conseguenze del conflitto è l’olio di semi di girasole, il cui prezzo è aumentato, tra febbraio e marzo 2022, del 15%.

La Russia esporta a livello globale circa il 15% dei semi di girasole e il 19% dell’olio greggio di girasole.

L’Ucraina è responsabile del 50% delle esportazioni di semi di girasole e del 47% dell’olio (fonte: Ismea).

Tuttavia, la crescita dei prezzi al dettaglio per questo prodotto era presente anche prima dell’inizio della guerra: per tutto il 2021, infatti, i prezzi medi dell’olio di girasole sono stati più alti rispetto all’anno precedente e tra dicembre 2021 e dicembre 2020 il prezzo dell’olio di girasole era già aumentato del 28%.

Olio extra vergine: +11% in un anno

Il prezzo dell’olio extravergine di oliva risente più delle strategie delle catene distributive che dei costi alla produzione.

Le forti oscillazioni dei prezzi all’origine sono assorbite in parte dall’industria e in parte da chi distribuisce il prodotto: questo attenua la variabilità del prezzo finale dell’olio.

Nonostante ciò, il prezzo dell’olio era già aumentato del 9% in un anno a febbraio scorso (confronto tra febbraio 2022 e febbraio 2021), e ora ha subito un aumento dell’11% in un anno.

“Come emerge chiaramente dalla nostra analisi, gli aumenti sono stati registrati già da prima e gli effetti sono più incisivi rispetto a quelli che giustificherebbe il solo conflitto. Per questa ragione, auspichiamo che vi sia massima vigilanza da parte delle Autorità per evitare fenomeni speculativi, già sotto osservazione anche in altri ambiti” commenta Federico Cavallo, Responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo.

“Crediamo che di fronte a una simile emergenza vadano rifinanziati con risorse aggiuntive i “bonus spesa” per le fasce più bisognose e venga estesa la platea dei beneficiari, alzando la soglia Isee a 20.000 euro, assicurandosi, peraltro, che il meccanismo di erogazione sia efficace nel garantire questo importante supporto alle persone” ha infine concluso Cavallo.

In apertura, foto di Olio Officina©

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