Anteprima

Le giornate olearie di Olio Officina Anteprima ricche di sapere e bellezza

È stato un Simei spettacolare. I tanti che sono venuti a trovarci lo sanno. Chi non ha potuto, avrà modo di recuperare, attraverso i nostri report. Intanto vi raccontiamo cosa è successo, quante cose si sono susseguite, quanto entusiasmo ha riempito gli spazi in Fiera Milano-Rho. Olio Officina è così bella per questo: perché ha un modo così unico di guardare al mondo dell’olio e a ogni singolo aspetto che lo riguarda

Chiara Di Modugno

Le giornate olearie di Olio Officina Anteprima ricche di sapere e bellezza

La scorsa settimana tutta la redazione di Olio Officina è andata in trasferta al Simei, la più importante esposizione fieristica dedicata alle macchine e ai servizi per il settore enologico e beverage, olio e condimenti compresi.

Nel nostro spazio denominato “L’Oleoteca di Olio Officina” sono successe tante cose bellissime, che ora vi racconterò, ma prima urge una premessa.

Da più di un anno a questa parte, le esperienze che vivo con la redazione sono delle prime volte e questo significa solo una cosa: paura di non essere capace.Capace a fare tante cose, come anche solo riuscire a trasmettere tutto il lavoro che vi è dietro questa realtà, ma è andata ancora meglio di quello che potessi sperare e poter raccontare attraverso i miei occhi quello che è stato il Simei può solo che rendermi felice.

Sono stati quattro giorni frenetici, dove nessuno si è fermato.

Nel nostro spazio abbiamo accolto tanti ospiti, iniziative e infiniti visitatori: era infatti impossibile per i passanti non chiedere cosa stesse accadendo lì.

Dovete immaginarvi un luogo totalmente diverso rispetto a tutto ciò che ci circondava.

Tra macchinari e strumentazioni tecniche, noi eravamo lì per raccontare la sostenibilità, per condividere con il pubblico la bellezza che vi è dietro la ricerca e lo studio continuo di nuove tecniche per impattare di meno sul pianeta, per guardare all’olivicoltura di domani sotto altri aspetti, e lo abbiamo fatto in perfetto stile Olio Officina.

La nostra Oleoteca ha attirato, come dicevo, l’attenzione di centinaia di visitatori per svariati motivi.

Innanzitutto, prima ancora di venire a conoscenza dei nostri incontri, la curiosità l’ha trasmessa il nome che abbiamo scelto. In un contesto come quello del Simei, forse, trovare una enoteca non avrebbe suscitato così tanto stupore ma, oltretutto, si è ancora troppo poco abituati a sentire o leggere questo termine.

Sicuramente, chi è venuto a farci visita nei giorni scorsi, non solo se lo ricorderà, ma ne andrà alla ricerca.

E sempre da un punto di vista estetico, abbiamo conquistato il pubblico con l’esposizione delle bottiglie più ricercate e rappresentative che hanno già aderito alla decima edizione del concorso internazionale di packaging e design Forme dell’Olio.

Colori, formati e materiali diversi hanno catturato l’attenzione di tutti, non solo di coloro che con l’olio ci lavorano – lo producono, lo imbottigliano o commercializzano –   ma anche di chi ama l’arte, studia per diventare designer o lo è già, ma anche chi consuma l’olio con una certa attenzione ed è affascinato da questo mondo, restando stupito di cosa si possa creare.

Produttori argentini, brasiliani, greci, messicani così come italiani sono rimasti affascinati da Olio Officina, non lo dico esagerando, e pensare che adesso qualcuno, dall’altra parte del mondo, possa raccontare di noi a un amico o a un conoscente, mi riempie di gioia.

E mi riempie di felicità, allo stesso modo, sapere che una azienda italiana abbia visto in Olio Officina qualcosa che mancava al comparto: quella capacità di saper fare cultura dell’olio.

Questo, forse, è l’aspetto della nostra redazione che più ha conquistato il pubblico, soprattutto quello italiano che si trova a dover combattere con clienti non esperti, che conoscono poco il mondo dell’olio e vanno alla ricerca di quello dal costo inferiore rispetto agli altri.

La cultura passa attraverso le parole, attraverso le azioni, attraverso un nuovo modo di concepire quello che si ha attorno e decidere di sfruttare le conoscenze che si hanno, facendole dialogare con altre sconosciute.

Per farlo, però, serve voler cambiare per davvero il presente dell’olivicoltura e dell’intero comparto, partendo proprio dalla formazione.

Così, all’Oleoteca di Olio Officina, nel corso del ciclo di incontri “Dialoghi sulla sostenibilità” si è parlato di nuove tecnologie e della loro importanza in questo momento dove, più che mai, è necessario cambiare rotta e lavorare attraverso una via che tuteli il territorio.

E non può essere solo il singolo ad agire, ma questo bisogno di cambiare l’approccio al modo di operare deve essere percepito da ogni singola realtà.

Ogni azienda, nel limite di quello che sono le proprie possibilità, deve scegliere di restituire al consumatore un prodotto prezioso, quale l’extra vergine, in ogni singolo aspetto, e ciò si riflette anche nell’attenzione che è stata data al contesto che ha ospitato tutte le fasi della sua produzione.

Al Simei abbiamo raccontato di questo, ma anche di così tanto altro che dovrete recuperare per comprendere a fondo i passi che il mondo dell’olio sta compiendo e quanto questo alimento stia venendo riconosciuto sempre più come parte fondamentale della nostra cultura, anche attraverso l’emissione del francobollo tematico “I prodotti della terra d’Italia: olio extra vergine di oliva”, appartenente alla serie “Le eccellenze del sistema produttivo ed economico”, presentato proprio martedì 15 novembre, nel giorno d’apertura, accogliendo nel nostro spazio Anna Talamanco e Annamaria Gallo di Poste Italiane.

Ma anche noi di Olio Officina, per l’occasione del Simei, abbiamo voluto lasciare una nostra impronta filatelica.

Infatti, sempre nella giornata di martedì, è stato presentato l’annullo filatelico “Olio & Design” dove bozzetto dell’annullo è del designer Mauro Olivieri e riproduce un manufatto denominato “Oliena”, che è, insieme, un esaltatore del gusto, un contenitore e un versatore di olio extra vergine di oliva.

E poi, abbiamo parlato di design e dei nuovi modi di vestire l’extra vergine con linguaggi sostenibili, della responsabilità sociale di impresa, ma anche di tanto, tanto, tanto altro, e più bello di così, forse, non poteva essere.

 

In apertura, foto di Olio Officina©

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