Per il comparto olio da olive Assitol ha avuto e sta continuando ad avere un ruolo di primo piano molto importante, anche se in realtà tale associazione abbraccia molti altri ambiti operativi, e non si limita certo a rappresentare le sole imprese impegnate sul fronte delle categorie merceologiche degli oli da oliva. È sufficiente visitare il loro sito internet per rendersi conto dell’ampiezza di sguardo e della capacità di affrontare diversi comparti, anche distanti tra loro. Questo, per intenderci, è un punto di forza non trascurabile.
Abbiamo voluto dedicare un ampio spazio ai festeggiamenti del cinquantenario dalla fondazione, con uno speciale in cui sono state raccolte le varie testimonianze ed è stato presentato uno studio commissionato a Nomisma, proprio perché ci sembrava giusto darne opportuno rilievo. In un mondo in cui le organizzazioni di categoria stanno smarrendo, o in alcuni casi hanno già perso il proprio ruolo strategico, sapere che Assitol sia disposta a investire tante risorse ed energie per favorire una forma di tutela più strutturata e organica delle imprese associate, come pure delle loro produzioni, mi sembra alquanto lodevole, soprattutto in un periodo storico di grandi incertezze come quello attuale.
Insomma, Assitol offre una serie di servizi utili, dagli accordi collettivi di lavoro dei diversi comparti interessati alle intese interprofessionali, dalle attività di assistenza legale, sindacale, fiscale e tecnica al monitoraggio delle attività dei singoli comparti e alle ricerche di mercato, ovvero ciò che una organizzazione è chiamata a svolgere, ma con la forza e il peso espresso da un nucleo di aziende che, insieme, possono orgogliosamente vantare oltre cinque miliardi di euro di fatturato. Non è poco. In un contesto in cui è necessario dimostrare forza rappresentativa a livello non più nazionale ma internazionale, una associazione ben strutturata fa sempre la differenza. Guardando al passato poi si scopre che il 27 aprile 1972 nasce sì Assitol, ma alle sue spalle vi era l’esperienza maturata da ben tre associazioni di categoria – l’Associazione nazionale dell’industria olearia, l’Associazione nazionale tra gli industriali degli oli da semi e l’Associazione nazionale dell’industria olearia, dei grassi, saponi e affini – le quali decisero di fondersi creando appunto Assitol. E anche questo non è un aspetto trascurabile: trovare il coraggio di aggregare le forze anziché disperderle.
Non molto tempo fa si parlava di una fusione tra Assitol e Federolio. Sembrava cosa fatta, ma non si fece più nulla. Tentativo fallito. Un grande errore di prospettiva, perché uniti si vince. Oggi lo scenario è quello che conosciamo tutti. Non c’è più soltanto Assitol e Federolio, perché da una costola di quest’ultima associazione è nata proprio in questo mese di settembre 2022 una nuova realtà: Unifol. E se invece si riflettesse su quanto è avvenuto in passato, e sull’esempio di Assitol che è nata proprio dalla fusione di tre precedenti organizzazioni, si prospettasse una aggregazione comune in grado di fronteggiare a testa alta, in modo coeso e tenace il futuro, non sarebbe forse una scelta vincente quanto auspicabile? O è solo utopia, visto che in Italia prevale storicamente la logica (medievale) dei Comuni?
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