Il mercato oleario negli Usa: focus sulle importazioni
I dati del Consiglio Oleicolo Internazionale, Coi, per l’annata 2020/21 hanno registrato un calo del 3% rispetto alla campagna precedente, per un valore pari a 379.539 tonnellate di olio di oliva vergine importato. I Paesi di riferimento per l’acquisto di olio da olive sono Italia, Spagna e Tunisia, dai quali proviene circa il 78.9% delle importazioni totali
Gli Stati Uniti hanno importato 379 539 tonnellate di olio di oliva vergine nella campagna 2020/21, pari al 3% in meno rispetto alla campagna 2019/20.
Olio da olive e olio di sansa di oliva
Gli Stati Uniti contribuiscono a circa il 35% delle importazioni mondiali di olio da olive, mentre le importazioni in Unione europea occupano il 15% sul totale, in Brasile l’8%, in Giappone il 6% e in Canada il 5%: sommati, i quattro mercati corrispondono al 69% delle importazioni mondiali.
Gli Stati Uniti hanno importato 390 534 tonnellate di olio da olive e olio di sansa d’oliva nella campagna 2020/21, ovvero l’1,6% in meno rispetto all’anno precedente.
Circa il 78,9% delle importazioni statunitensi di olio da olive proviene da Italia, Spagna e Tunisia, seguito dal Portogallo con il 6,6% e dalla Turchia con il 4,5%.
Per categoria di prodotto, il 73% delle importazioni rientra nel codice 15.09.10, ovvero olio di oliva vergine, il 24,2% sotto il 15.09.90, quindi olio da olive, e il restante 2,8% sotto 15.10,00, olio di sansa d’oliva.
Per quanto riguarda il tipo di imballaggio utilizzato, l’Italia utilizza principalmente contenitori inferiori a 18 kg; solo il 7,1% dei suoi contenitori registrano un peso superiore, mentre i contenitori di 18 kg o di portata superiore sono stati utilizzati più del 75% delle importazioni totali in Spagna, Turchia, Cile, Marocco, Austria, Paesi Bassi, Australia ed Egitto.
In apertura, foto di Olio Officina©
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