Economia

Qual è lo stato del settore olivicolo spagnolo?

Non si può ancora guardare con certezza ai dati che per ora rappresentano solo delle ipotesi, ma sicuramente è già possibile valutare in quale ottica il comparto, e le istituzioni, devono muoversi. Tanto dipenderà dalle piogge, da eventuali periodi di siccità e dalle scelte adottate per gestire una nuova campagna olearia che accusa i danni e gli indebolimenti delle ultime due

Chiara Di Modugno

Qual è lo stato del settore olivicolo spagnolo?

Come emerge dall’analisi condotta dal Consiglio settoriale dell’olio da olive delle cooperative agro-alimentari della Spagna (Consejo Sectorial de Aceite de Oliva de Cooperativas Agro-alimentarias), le piogge diffuse durante il mese di marzo hanno migliorato le aspettative per la prossima campagna, ma è ancora troppo presto per fare stime a lungo termine.

Secondo quanto riportato dal Ministero dell’Agricoltura spagnolo, sono 829.5151,77 le tonnellate accumulate nei frantoi tra ottobre e febbraio, ma resta tutto molto incerto a causa delle condizioni climatiche, minacciando quindi le scorte previste fino al termine della campagna di commercializzazione.

La disponibilità di olio per la seconda metà della campagna non supererà però le 560.000 tonnellate, e si prevede che la copertura dei mesi di ottobre e novembre sarà pari a 200.000.

Che la situazione preoccupi, è più che giustificabile. Gli ultimi due anni sono stati caratterizzati da forte siccità e da eventi atmosferici estremi, con rese minime di prodotto e un conseguente aumento dei prezzi che ha messo in difficoltà molti consumatori, portandoli a scegliere soluzioni meno costose ma non paragonabili all’olio extra vergine di oliva.

La campagna di quest’anno sarà ancora più difficile da gestire, rispetto alle precedenti che già hanno contribuito a indebolire il comparto.

Il quadro è semplice e chiaro: contrariamente all’ultima, iniziata con un consumo di olio decisamente alto, andando a calare solo in un secondo momento, facendo sì che attraverso il prezzo la domanda si adattasse a quella che era la disponibilità di olio, quest’anno i prezzi esposti sul mercato spagnolo hanno riguardato cifre basse e ora occorrerà seguire l’evoluzione nei prossimi mesi.

Sicuramente, ciò di cui la Spagna – ma non solo – ha bisogno, è un intervento da parte delle istituzioni che sappia valutare a tutti gli effetti i danni provocati in questi ultimi due anni, prendendo in considerazione un’opzione ormai necessaria, nonché l’aumento della superficie olivicola irrigabile.

Certo, per adesso si attenderà con la speranza che piova a sufficienza, ma le opportunità di questo settore non possono essere limitate a un augurio per il futuro, soprattutto se questo ricopre un ruolo chiave per l’economia del Paese, primo esportatore mondiale.

In apertura, foto di Olio Officina©

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui

Commenta la notizia