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Adattarsi al clima che sta mutando è una convenienza

Alla COP28 sulla questione fonti fossili è stato trovato un compromesso tra chi voleva una menzione esplicita all’abbandono e chi si opponeva: l’espressione “transitioning away”. In Italia, un mix di impianti eolici e fotovoltaici ci porterà senz’altro nella direzione giusta senza deturpare il paesaggio. L’Unione Europea e i suoi Stati membri, intanto, devono tener presente che gli approcci ai cambiamenti climatici sono due, complementari tra loro: la mitigazione e l’adattamento

Alfonso Pascale

Adattarsi al clima che sta mutando è una convenienza

Non vi è dubbio che il testo conclusivo della Cop28 abbia segnato un ulteriore passo nella transizione ecologica e nelle intenzioni di contrasto all’emergenza climatica. Tutti i paesi del mondo, inclusi i “petroliferi”, hanno ribadito l’importanza di restare sotto il grado e mezzo di aumento di temperatura: un risultato tutt’altro che scontato.

Per farlo, si sono impegnati a triplicare l’energia da fonti rinnovabili entro il 2030, ad accelerare gli sforzi per l’uscita dal carbone e per l’uso di carburanti a emissioni zero o a basse emissioni.

Hanno promesso anche di eliminare il prima possibile i sussidi alle fonti fossili. E il nucleare e la cattura della CO2 sono considerati tra le strategie che, assieme allo sviluppo delle rinnovabili, possono portarci alla meta.

Sulla questione delle fonti fossili, è stato trovato un compromesso tra chi voleva una menzione esplicita all’abbandono e chi si opponeva. L’espressione “transitioning away”, “realizzare la transizione allontanandosi dalle fonti fossili”, ha trovato tutti concordi.

Con quali politiche queste buone intenzioni potranno realizzarsi a livello globale e nel nostro paese?

Innovazione tecnologica e mercato stanno spingendo nella direzione delle rinnovabili. I prezzi dei pannelli fotovoltaici, ad esempio, sono diminuiti e continuano a scendere man mano che la produzione globale aumenta. I costi delle batterie stanno anch’essi calando. E così potremo avere nei prossimi anni auto elettriche meno care di quelle con motore a scoppio.

In Italia, un mix di impianti eolici e fotovoltaici ci porterà senz’altro nella direzione giusta senza deturpare il paesaggio. Con le comunità energetiche si apre poi una nuova strada verso la transizione. Un percorso di cooperazione tra cittadini, imprese e realtà del Terzo settore per una produzione diffusa e partecipata.

Le istituzioni hanno la responsabilità di accelerare le autorizzazioni, individuare le aree idonee per gli impianti e favorire lo sviluppo delle infrastrutture (rete elettrica, colonnine per auto). Si tratta di utilizzare bene i fondi del Pnrr destinati a questo scopo.

L’Unione Europea e i suoi Stati membri devono, tuttavia, ricordare che gli approcci ai cambiamenti climatici sono due, complementari tra loro: la mitigazione e l’adattamento.

Anche le politiche per l’adattamento richiedono investimenti. Ma a differenza di quelle per la mitigazione, le politiche per adattarsi al clima che muta sembrano essere più convenienti. Non hanno praticamente esternalità globali e intergenerazionali e hanno vantaggi immediati.

Le politiche di adattamento avrebbero contenuto gli effetti disastrosi dei fenomeni estremi che si sono verificati negli ultimi anni. E avrebbero anche indotto risultati più positivi in termini di giustizia sociale. Infatti, i disastri climatici colpiscono sempre gli strati più deboli della popolazione che non hanno un patrimonio abitativo adeguato.

Gli esperti sostengono che, al di là degli effetti benefici diretti, le politiche di adattamento potrebbero anche trainare le politiche di riduzione della CO2, con cui sono intrinsecamente legate.

Adattarsi al clima che sta mutando è una convenienza che richiama un principio già evidenziato da Darwin: nella selezione naturale vince chi si adatta meglio, non chi è più forte.

 

In apertura, foto di Olio Officina

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