L’impegno del settore olivicolo in contrasto al cambiamento climatico
Sono più di trenta i Paesi coinvolti all’interno del progetto Olea, pensato per promuovere la partecipazione di Università e istituzioni internazionali al fine di apportare soluzioni sostenibili nel comparto oleario. Negli scorsi giorni il Coi, Consiglio oleicolo internazionale, ha ospitato un importante incontro per presentare i risultati finora ottenuti dalle diverse realtà che hanno preso parte all’iniziativa
Il 24 maggio 2022 il Consiglio oleicolo internazionale, Coi, ha ospitato i rappresentanti dell’Università di Jaén, Uja, per un nuovo incontro dell’iniziativa Olea sulla lotta al cambiamento climatico nel settore olivicolo.
Il progetto Olea, che mira a promuovere la partecipazione congiunta di ricercatori, Pmi, amministrazioni pubbliche, università e istituzioni a progetti di ricerca e innovazione nel settore olivicolo, è stato lanciato dall’Ufficio Progetti Internazionali, Ofipi, del Vicrettorato per la Ricerca dell’Uja.
Nel corso della riunione sono stati presentati i risultati in termini di coordinamento/partecipazione a progetti internazionali di ricerca e sviluppo sulla mitigazione dei cambiamenti climatici nel settore olivicolo.
I piani attorno ai quali si è discusso sono i seguenti:
– Sustainolive: l’obiettivo di questo progetto è migliorare la sostenibilità del settore olivicolo, attraverso l’implementazione e la promozione di una serie di soluzioni innovative di gestione sostenibile basate su concetti agro-ecologici, nonché attraverso lo scambio di conoscenze e la partecipazione di più soggetti e utenti finali.
– Olivaresvivos e Olivaresvivos+: mirano a rendere più redditizio l’oliveto recuperando la sua biodiversità e generando olio da olive identificati e certificati da un marchio di valore aggiunto.
– Smart-Agri-Spore: questo progetto ha lo scopo di sviluppare nuovi biopesticidi intelligenti a base di spore per combattere la Xylella fastidiosa.
– Compolive: studiato per sviluppare una nuova generazione di biocompositi a base di residui di potatura di olivo per applicazioni industriali, promuovendo la sostituzione di risorse non rinnovabili attraverso la progettazione di prodotti sostenibili a base di fibre di legno.
– Oliven: questo progetto è dedicato alla ricerca di possibilità per migliorare la catena dell’olio da olive attraverso l’aggiunta di valore ai sottoprodotti.
– Reffect Africa: questa iniziativa si concentra sulle energie rinnovabili e sull’uso efficiente dei rifiuti agroalimentari in Africa.
– Artolio: questo progetto sull’olivicoltura artigianale sostenibile mira a migliorare la sostenibilità economica delle micro, piccole e medie imprese del settore olivicolo mediterraneo e ad aumentare la resa e la qualità dell’olio d’oliva, attraverso la nomina di istituzioni regionali di conoscenza locale come tutor e di una piattaforma pan-mediterranea per assistere i produttori locali nella commercializzazione e nella vendita.
La conferenza, rientrante nell’accordo di collaborazione tra il Coi e l’Uja firmato nel gennaio 2020, e inaugurata dal rettore dell’uja Juan Gómez Ortega e dal direttore esecutivo del Consiglio oleicolo internazionale Abdellatif Ghedira, ha visto la partecipazione di duecento figure di rappresentanza provenienti da trenta Paesi, ovvero: Albania, Algeria, Australia, Belgio, Brasile, Canada, Croazia, Cipro, Egitto, Germania, Grecia, Honduras, Iran, Israele, Italia, Giordania, Libano, Montenegro, Marocco, Palestina, Perù, Portogallo, Slovenia, Spagna, Tunisia, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti.
Il Coi era rappresentato anche dal suo vicedirettore esecutivo, Jaime Lillo, dal capo dell’unità di olivicoltura, tecnologia olearia e ambiente, Lhassane Sikaoui, e dal capo del dipartimento di cooperazione tecnica e formazione, Catarina Bairrão.
In rappresentanza dell’Uja, Gustavo A. Reyes del Paso, Vicerettore per la Ricerca; Juan Bautista Barroso Albarracín, Direttore dell’Istituto Universitario di Ricerca sull’Olio d’Oliva e gli Oli di Oliva; e Nieves Muñoz García, Coordinatrice dell’iniziativa Olea.
Erano presenti anche numerosi esperti, tra cui membri del Ciemat (Centro de Investigaciones Energéticas, Medioambientales y Tecnológicas), del Cdti (Centro de Desarrollo Tecnológico Industrial) e dell’Instituto de Investigación en Ciencias de la Alimentación (Cial) Csic – Uam.
In apertura, foto di Olio Officina©
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