Terra Nuda

C’è futuro per le castagne?

Circa il 90% dei castanicoltori italiani sono piccoli produttori che coltivano castagneti anche inferiori all’ettaro, la maggior parte dei quali non possiedono nemmeno partita Iva. A Marradi una giornata organizzata dal Centro studi e documentazione del Castagno fa il punto sul settore

Marcello Ortenzi

C’è futuro per le castagne?

Il 16 dicembre è stato fatto il punto sullo stato del settore castanicoltura, a Marradi uno dei luoghi più importante per la produzione del frutto. Durante i lavori si è parlato del presente, con un’annata difficile a causa delle avverse condizioni meteo, e del futuro. Per il presente, è stato spiegato, si è trattato di un anno 2023 a macchia di leopardo, con produttori che hanno avuto una produzione quasi normale e altri quasi nulla. Una situazione legata ai cambiamenti climatici: prima troppa acqua e poi troppo secco.

Circa il 90% dei castanicoltori italiani sono piccoli produttori che coltivano castagneti anche inferiori all’ettaro e la maggior parte non possiedono nemmeno una partita iva. Grazie a questi piccoli castanicoltori esistono ancora boschi di castagno gestiti, che oltre ad ottenere un piccolo risultato economico, preservano la biodiversità del territorio e contribuiscono a tutelarlo da frane e incendi. In tante località castanicole, in particolare nel centro-nord Italia, questi piccoli produttori vendono direttamente il prodotto, soprattutto durante le sagre, e questo consente loro di spuntare prezzi soddisfacenti, contribuendo a mantener viva l’economia locale. L’esperto nazionale Elvio Bellini ha sottolineato che per il futuro c’è la necessità di essere più uniti fra produttori, perché il settore castanicolo è poco organizzato. Le aziende agricole sono in calo, la produzione diminuisce, i castagneti tradizionali sono sempre più a rischio. Da qui l’assoluta necessità di fare nuovi impianti in terreni possibilmente meccanizzabili, che possano attirare i giovani, con meno fatica e più facile conduzione dei castagneti. Nel Mugello si contano circa 2000 ettari a castagneto, e una produzione che oscilla mediamente tra le 1500 e le 2000 tonnellate. Il Castagno Marrone di Marradi è una cultivar di castagno originaria di Marradi, un piccolo comune del Mugello, sul versante romagnolo dell’Appennino, in provincia di Firenze. Botanicamente è classificato come Castanea sativa ‘Marrone di Marradi’. È definito Marron Buono per le sue ottime caratteristiche organolettiche. Ha una buona conservabilità. Questa pianta è adatta anche a essere utilizzata come pianta ornamentale o per la produzione dell’ottimo legno. I frutti si raccolgono nella prima decade di ottobre. Pur essendo una cultivar di pregio soffre per il ricambio generazionale e la difficoltà di coinvolgere i giovani.  Il professore Paolo De Castro, della Commissione UE per l’Agricoltura, relatore dell’Europarlamento per il nuovo regolamento Ue sui prodotti Dop e Ig, è intervenuto per comunicare che dal 2024 gli agricoltori e produttori potranno contare su un nuovo testo unico europeo sulle produzioni di qualità, con misure ambiziose, nel solo interesse delle nostre filiere produttive d’eccellenza.  Grazie al forte mandato negoziale del Parlamento, “il nuovo regolamento, che entrerà in vigore nei primi mesi del 2024 dopo i passaggi formali in Parlamento e Consiglio, farà evolvere un sistema senza eguali nel mondo, capace di generare valore senza investire alcun fondo pubblico”. Il Regolamento si esplicherà in:

  • introduzione di un quadro giuridico unico e procedure di registrazione abbreviate e semplificate;
  • aumento della protezione delle indicazioni geografiche utilizzate come ingredienti e vendute online: le nuove disposizioni accresceranno la protezione delle indicazioni geografiche utilizzate come ingredienti in prodotti trasformati e dei prodotti a indicazione geografica venduti online;
  • riconoscimento delle pratiche sostenibili: i produttori potranno valorizzare le azioni relative alla sostenibilità ambientale, economica o sociale, a garantire le varietà vegetali ecc.;
  • conferimento di più poteri alle associazioni di produttori: le nuove misure stabiliranno un sistema volontario di associazioni di produttori riconosciute di indicazioni geografiche, che dovrà essere istituito dagli Stati membri.

 

Da parte sua l’Associazione Nazionale Città del Castagno sostiene, promuove e sta portando avanti anche con il progetto “La via del Castagno”, per valorizzare tutti i territori castanicoli italiani a livello paesaggistico, turistico e commerciale.

 

In apertura, foto di Olio Officina

 

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