Dobbiamo diventare tutti giardinieri e rendere più visibile il cibo
Ci scrive l'imprenditrice Adele Scirrotta: "La monocultura in agricoltura è il colpevole principale. L'uniformità non è naturale: la natura ha un modo di fare sempre le cose un po' diverse", e cita Vandana Shiva. "L'agricoltura sostenibile - aggiunge - promuove e si arricchisce di biodiversità. Facciamo impianti - precisa - per mangiare cibi dimenticati"
L’obiettivo del settore agricolo è ottimizzare i processo e gli usi delle risorse e l’uso efficiente delle sementi. Internet e tecnologia, ricerca e sviluppo possono contribuire a tutto questo.
Si può aumentare la produzione, ma può aumentare il livello di qualità dell’agricoltura. Vorrei sottolineare il fatto che l’obiettivo non dovrebbe essere l’industrializzazione agricola, ma rendere l’agricoltura più efficiente, sostenibile e di alta qualità.
Non dobbiamo cercare le rivoluzioni; dovremmo le reinterpretazione delle pratiche agricole attraverso l’uso di tecnologie di data centriche. E questa reinterpretazione deve essere collocata anche in una nuova visione delle zone rurali.
Un nuovo rilancio dell’agricoltura come base per il rilancio dell’economia e dell’ambiente; magari iniziando proprio a raccogliere il cibo come nuovo modo di far comprendere la coltivazione, dobbiamo diventare tutti giardinieri rendere più cibo visibile, giardini devono esser ovunque!
Il cibo è il luogo in cui dobbiamo recuperare la nostra democrazia. Creare orti pubblici, creare un messaggio pubblicitario più reale e per tutti.
Più azione creativa a livello locale: il successo delle iniziative bottom-up di oggi mostra la potenza di unire le forze.
Avviare o unirsi in gruppo nella propria area di interesse.
Pensare a modi alternativi di fare accadere le cose: in primis costruire collaborazioni con i comuni per utilizzare i terreni abbandonati o incolti per la coltivazione di cibo per la collettività; in secundis, costruire partenariato tra gli agricoltori, le istituzioni e le comunità locali, i cui le responsabilità, i rischi e i benefici dell’agricoltura sono in comune, i benefici sono goduti da tutti i lati: gli agricoltori, ad esempio, possono ricevere un reddito più stabile e sicuro e più vicino collegamento con la loro comunità, i consumatori possono trarre vantaggio dal mangiare cibo fresco, sano, sentendosi più legati alla terra dove si coltiva il cibo per l’apprendimento di nuove competenze.
Un ulteriore possibilità potrebbe essere il sostegno di piccola scala, attraverso il cibo locale: il 70% del cibo del pianeta è prodotto in aziende di piccole dimensioni che utilizzano il 30% delle risorse mondiali, mentre il 30% è prodotto in larga scala, con un enorme 70% delle risorse mondiali.
Bisogna localizzare il cibo e sostenere le aziende agricole di piccole dimensioni al 100%.
Si potrebbe pruomuovere la biodiversità agricola: stime dell’organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura suggeriscono che la diversità delle coltivazioni di oggi potrebbe scomparire entro il 2050.
La monocultura in agricoltura è il colpevole principale. L’uniformità non è naturale: la natura ha un modo di fare sempre le cose un po’ diverse, come sostiene Vandana Shiva. L’agricoltura sostenibile promuove e si arricchisce di biodiversità. Facciamo impianti per mangiare cibi dimenticati.
Questi possono aiutare a costruire competenze e capacità di recupero nelle nostre comunità locali che aiuteranno a prepararci a un futuro incerto, in continuo cambiamento. Strumenti, questi, atti a essere applicati e sviluppati nella nostra economia agricola attraverso opportunità di sinergia tra tradizione e tecnologia in agricoltura.
Adele Scirrotta
Grazie per questa testimonianza. Sono fortemente convinto che l’agricoltura sia di per sé plurale e aperta a tutte le sfide possibili e immaginabili.
Non temo la perdita della biodiversità in agricoltura, semmai temo la presenza di soggetti abituati a evocare scenari catastrofici e a imporre alle comunità una agricoltura passatista e nostalgica del tempo che fu.
L’agricoltore merita una agricoltura diversa e plurale, che accolga tutte le possibili declinazioni in funzione della diversità dei territori, ma senza mai rinunciare alle sfide della modernità e della scienza.
Luigi Caricato
In apertura, foto di Olio Officina
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