Terra Nuda

Imprese olearie sostenibili. Farchioni si racconta attraverso il bilancio di sostenibilità 

Si tratta di uno dei documenti più importanti che una azienda possa redigere. È un modo per comunicare ai propri clienti e consumatori tutte le pratiche di cui spesso non si è al corrente. In questo secondo bilancio, relativo all’anno 2021, è emerso che sono più di un milione le piante coltivate, tra ulivi, viti e rimboschimenti, frutto di significativi investimenti nella piantumazione a vantaggio della biodiversità. Grande attenzione anche al piano sociale, con più di ventimila ore rivolte alla formazione dei dipendenti

Olio Officina

Imprese olearie sostenibili. Farchioni si racconta attraverso il bilancio di sostenibilità 

Più di un milione di piante, il numero preciso è 1.013.683, coltivate tra olivi, viti e rimboschimenti  frutto di importanti investimenti nella piantumazione a vantaggio della biodiversità.

Una riduzione del 6,4% delle emissioni totali di gas a effetto serra e del 15% dei rifiuti totali a vantaggio dell’ambiente.

Una riduzione importante è quella relativa agli infortuni sul lavoro: -34%.

Sul piano sociale, sono state registrate più di ventimila ore di formazione dedicate ai dipendenti, con un aumento della formazione media dei lavoratori del gruppo del 440%.

Questi sono soltanto alcuni dei risultati più interessanti che emergono dal secondo bilancio di sostenibilità – relativo all’anno 2021 – realizzato da Farchioni 1780, l’azienda agroalimentare umbra con sede a Gualdo Cattaneo impegnata nella produzione di olio, birra, vino e farine.

Farchioni è la prima azienda olearia in questo mercato ad avere realizzato, a partire dal 2020, il proprio bilancio di sostenibilità in conformità, da un lato, agli standard internazionali e all’agenda 2030 dell’Onu e, dall’altro, agli standard definiti dal Gri – Global reporting initiative.

Nel comparto più rilevante per l’azienda, quello dell’olio, Farchioni può vantare una riduzione delle emissioni di anidride carbonica pari al 9% e una riduzione dei consumi di carburante e lubrificante pari al 6%.

Anche sul versante della birra artigianale, si registrano importanti risultati sotto il marchio Mastri Birrai Umbri con la riduzione delle emissioni di anidride carbonica (-12%), dei consumi di carburante e lubrificante (-16%), delle perdite di acqua (-19%), dell’energia utilizzata per la movimentazione di acqua (-90%) e con un risparmio energetico pari al 28% dovuto all’adozione di tecnologie evolute.

Nel settore del vino, infine, Terre de la Custodia, il brand di famiglia, può vantare la riduzione delle emissioni nocive per l’ambiente (anidride carbonica -7%, metano -6%, ossido di azoto -8,3%) e dei consumi di carburante e lubrificante (-36%).

Il fatturato della filiera del gruppo è pari a 137,1 milioni di euro.

In termini di volumi di vendita e fatturato nella categoria dell’olio extra vergine di oliva, Farchioni si classifica primo in Italia, ricoprendo la stessa posizione anche nella categoria delle birre artigianali.

Il gruppo può contare sull’apporto di 232 dipendenti e su sei impianti produttivi: l’oleificio, il frantoio, il molino, la malteria, il birrificio e la cantina.

In apertura e all’interno, foto Farchioni

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