Terra Nuda

Massimiliano Carraro è il presidente della neonata organizzazione Ailma 

L’Associazione italiana lavorazione mais alimentare entra a far parte di Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia che raggruppa già da molti anni anche settori diversi da quello oleario, come il lievito ed i semilavorati per panificazione, pizzeria e pasticceria. L’obiettivo è quello di contribuire al più ampio comparto agroalimentare per far fronte alle complicate questioni attuali e alle sfide future

Olio Officina

Massimiliano Carraro è il presidente della neonata organizzazione Ailma 

Dare finalmente peso e visibilità alle aziende produttrici di farine di mais e proteiche vegetali. E’ con questo obiettivo che nasce Ailma – Associazione Italiana Lavorazione Mais Alimentare – il nuovo gruppo di Assitol, l’Associazione Italiana dell’industria olearia aderente a Federalimentare e Confindustria, che raggruppa già da molti anni anche settori diversi da quello oleario, come il lievito ed i semilavorati per panificazione, pizzeria e pasticceria.

All’interno del nuovo raggruppamento associativo si contano 14 aziende che danno lavoro, tra occupati diretti e indiretti, a oltre un migliaio di dipendenti. Ailma rappresenta più del 90% del comparto, per oltre mezzo miliardo di euro di fatturato, composto dalleimprese della lavorazione del mais alimentare e delle farine proteiche da leguminose, quindi senza glutine e di origine vegetale.

La prima assemblea di gruppo ha nominato presidente Massimiliano Carraro. Nato a Dolo (Venezia) nel ’69, laureato in Ingegneria elettrotecnica, Carraro lavora da circa 15 anni presso il Molino Riseria Martini. Al suo fianco, sono stati nominati due vicepresidenti: Simone Peila (Molino Peila) e Luigi Meggiorini (Grain Services).

“Oggi appare quasi scontato comprare una farina ‘gluten free’ o priva di allergeni – spiega Massimiliano Carraro, neopresidente di Ailma -. Dietro, però, c’è una storia di imprese e di materie prime molto complicata che, a nostro avviso, merita un dialogo specifico con il sistema agroindustriale e con le istituzioni”. Le farine proteiche vegetali sono essenziali per la produzione di un’ampia gamma di importanti prodotti alimentari: snack salati e dolci, prodotti da forno, prodotti per la prima colazione, birra, pasta, bevande vegetali e prodotti alternativi alla carne, anche nei filoni del “senza glutine”, biologico e anallergico.

“Occorre una selezione accurata e uno spettro di competenze scientifiche e tecniche notevole – ricorda Carraro – per garantire al consumatore prodotti sicuri al 100%, oltre che gustosi”. Il settore vanta anche un’ottima propensione all’export, soprattutto per i prodotti senza glutine, molto apprezzati negli Stati Uniti e in Nord Europa. “È grazie al nostro lavoro – spiega il presidente di Ailma – se oggi un celiaco può contare su un’alimentazione sana e variata. Ma per lavorare secondo alti standard di sicurezza alimentare,occorre investire molto e rispettare normative complesse”.

L’approvvigionamento è il nodo cruciale di questi ultimi due anni. Prima la pandemia, poi la guerra e la siccità hanno inciso sul settore. In particolare la mancanza di piogge in Italia ha danneggiato soprattutto la coltura di mais, che necessita di forti quantità di acqua, mentre il difficile reperimento di fertilizzanti e l’aumento dei costi energetici hanno messo a dura prova le aziende del settore. Ad aggravare la situazione, le alluvioni in Emilia Romagna dello scorso maggio hanno messo già fuori produzione 700 ettari di terreno, causando così la perdita di almeno 50mila tonnellate di mais.

Il quadro internazionale non appare migliore. L’Ucraina, grande produttrice di cereali e maggiore fornitrice di mais dell’Europa, a causa del conflitto in corso registrerà un calo fortissimo: secondo le ultime stime di Kiev, la semina primaverile ha riguardato appena 4 milioni di ettari di mais (-27%). Fuori dalla Ue, le previsioni non sono migliori, a causa del caldo estremo in Sud America. La siccità che ha colpito l’Argentina, uno dei più importanti produttori maidicoli al mondo, provocherà una riduzione dei quantitativi del 30%.

“Geopolitica e clima avranno un impatto negativo ancora a lungo sul nostro settore – sottolinea il presidente Carraro – Ma proprio le difficoltà ci hanno convinto che era il momento di unire le forze. Ora il nostro obiettivo è ottenere ascolto presso le istituzioni, lavorando insieme per rafforzare il settore”.

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