Festival

C’è un modo preciso per non sbagliare i piatti: scegliere l’olio con cura

Rassegna stampa Olio Officina Festival 2023. L’olio è olio: uno vale l’altro, in sostanza. Per quanto sia una constatazione totalmente errata, è una delle credenze più diffuse che merita di essere smentita. Il pubblico che ha preso parte alla dodicesima edizione del grande evento dedicato agli oli da olive e ai condimenti ha compreso bene l’importanza dell’extra vergine in una preparazione, come racconta Marina Caccialanza nel suo articolo per iMeat

Olio Officina

C’è un modo preciso per non sbagliare i piatti: scegliere l’olio con cura

L’utilizzo di un olio errato può rovinare completamente un piatto. Anche se questo è stato realizzato alla perfezione, le note di un extra vergine che non si sposano con le altre pietanze vi faranno pentire di non aver prestato la giusta attenzione durante la scelta del condimento/alimento.

Alla dodicesima edizione di Olio Officina Festival il pubblico che ha preso parte alle degustazioni e alle sessioni di abbinamento olio – cibo, curate dagli chef Giuseppe Capano e Matteo Scibilia, è tornato a casa con un bagaglio di conoscenze più ricco e dettagliato su quelli che sono gli usi dell’extra vergine in cucina.

Uno dei consigli di chef Capano è quello di sperimentare l’olio Evo nelle proprie preparazioni in termini totalmente soggettivi, di seguire il proprio istinto.

Ognuno di noi ha delle preferenze di sapori che devono assolutamente essere rispettate per rendere il piatto il più gradevole possibile al nostro palato, siano queste orientate a un gusto più amaro o più dolce.

«Ciò che va tenuto presente è che il sapore e l’aroma dell’olio non devono prevaricare quelli dell’alimento: il parametro è l’equilibrio». Scrive Marina Caccialanza nel suo articolo su iMeat.

Nel corso del grande happening milanese dedicato agli oli da olive e ai condimenti si è cercato di «fare il punto e offrire un momento di divulgazione alimentare interessante e importante nella sua convivialità, sia ai numerosi consumatori finali sia agli operatori intervenuti» afferma la giornalista mentre propone un viaggio riassuntivo di quella che è stata questa dodicesima edizione.

Gli aspetti che hanno scandito tutti e tre i giorni non solo sono numerosi, ma soprattutto sono disparati: dall’importanza di guardare a nuove cultivar, di individuare quelle più capaci di rispondere ai cambiamenti climatici, fino ai passaggi di come si degusta un extra vergine.

«L’olio, essendo un grasso, sprigiona meglio i suoi aromi se la sua temperatura è leggermente elevata rispetto a quella dell’ambiente. Per questo motivo si usa scaldare il bicchiere che contiene l’assaggio di olio tra le mani» ricorda nel suo pezzo la giornalista, che in un box riassuntivo ha anche riportato la classificazione degli extra vergini – fruttato leggero, medio e intenso – con una breve descrizione relativa a ciascuna voce.

Quello dell’extra vergine è un comparto martoriato dal sottoprezzo, dalle difficoltà di comunicazione che scorrono tar le aziende e i consumatori, eppure c’è così tanto da dire e da scrivere su uno degli alimenti più importanti per la nostra alimentazione e per la nostra salute.

Olio Officina Festival, e tutta l’attività editoriale di Olio Officina curata dal direttore Luigi Caricato, ha come fine ultimo quello di far avvicinare il pubblico alla bellezza dell’olio e alle sue sfumature, attraverso linguaggi e modalità tali che chiunque possa comprenderne l’importanza.

 In apertura, foto di Sonia Santagostino per Olio Officina©

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui

Commenta la notizia