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Cosa c’è di nuovo da inventarsi. L’innovazione come carta vincente

Bisogna adottare una nuova prospettiva e uscire fuori dalla convinzione che le realtà appartenenti a più settori debbano lavorare senza comunicare tra di loro. Una prova dell’importanza del dialogo, e di una necessaria apertura mentale, è stata data da Cristina Santagata, Ad di Santagata 1907, e Enrico Botte, Ad del Gruppo Fos, che, ospiti a Olio Officina Festival 2022, hanno raccontato come è nato il progetto della startup Piano Green

Olio Officina

Cosa c’è di nuovo da inventarsi. L’innovazione come carta vincente

Le aziende che hanno saputo rispondere alla pandemia sono quelle che hanno trovato un motivo per cambiare lo stato attuale delle cose. Certo, non è facile e soprattutto non tutti dispongono degli stessi mezzi per poter mettere in atto qualcosa di innovativo.

Cristina Santagata, Ad della casa olearia Santagata 1907, ha reagito a questi anni dettati dalle restrizioni, da uno scenario diverso, con due importanti cambiamenti.

Si è avvicinata a una nuova realtà, quella dell’aceto balsamico, che lei stessa descrive come «un mondo nuovo e al tempo stesso complementare a quello dell’olio», rilevando il 20% dell’impresa VR Aceti e prendendo parte alla startup Piano Green, nata dal dialogo tra il Gruppo Fos e Santagata 1907.

«L’obiettivo è quello di apportare un contributo all’agricoltura in termini di sostenibilità e un miglioramento delle performance. La visione con la quale stiamo lavorando è quella di portare cambiamenti significativi all’agricoltore» ha spiegato Cristina Santagata in dialogo con Enrico Botte, Ad del Gruppo Fos, sul palco dell’undicesima edizione di Olio Officina Festival. Il Gruppo collabora con diverse università italiane, ma anche con il Centro nazionale delle ricerche, Cnr, permettendo così ai gruppi di ricerca interni di approfondire gli studi in atto e quelli futuri. L’unione delle due aziende è stata quasi inevitabile, perché come ha affermato Enrico Botte «dal nostro punto di vista era importante portare sul mercato alcune tecnologie che stavano nascendo nel laboratorio, ma avevamo bisogno di un compagno di viaggio che conoscesse bene questo settore. Questo incontro tra una azienda dedicata solo alle tecnologie e una azienda esperta verticalmente del comparto, ci ha restituito un ottimo percorso». Il Gruppo Fos guarda avanti, stimolato dal riscontro positivo ottenuto girando tra i vari settori agroalimentari distribuiti in tutta Italia. In particolare, quest’anno, ha coinvolto molteplici dipartimenti su tanti tipi di produzione, come ulivo e basilico, mentre sono in corso lavori sul melo.

Questo primo anno di collaborazione ha già restituito importanti traguardi, come l’avvio di diversi dottorati di ricerca e soprattutto il microcosmo: una camera climatica avveniristica introdotta in diverse università e laboratori di ricerca, e attualmente sono cinque quelli installati in cinque dipartimenti differenti.

«La prospettiva adottata ha permesso di capire l’importanza della creazione dei dati e la loro acquisizione per arrivare a una successiva elaborazione – ha continuato Cristina Santagata – e in un secondo momento possono essere processati e condivisi a livello scientifico, sperando, un domani, di poterli portare sul mercato per dare un taglio più pragmatico, per far sì che vengano utilizzati in campo».

Sono state svolte anche campagne legate alla trappola dell’olivo caratterizzata da un sistema informatizzato. Enrico Botte ha proseguito spiegando che «abbiamo dotato la classica trappola feromonica di un sistema di telecamere di intelligenza artificiale che permette di monitorare il corpo della mosca e in tempo reale possiamo avere l’evoluzione del fenomeno», ed è un sistema, questo, finalizzato «alla diminuzione e al miglioramento dei trattamenti che vengono fatti. L’agronomo può gestire da remoto il campo, e può acquisire dei dati e creare un data input che possa permettere di comprendere e studiare le modalità e le tempistiche con cui intervenire. Ci sono settori che dovrebbero interagire di più per la creazione di nuove soluzioni ma c’è una forte assenza di comunicazione e scambio tra più realtà» ha concluso l’amministratore delegato di Santagata 1907.

Il dialogo tra queste due realtà ha dimostrato, ancora una volta, quanto sia necessario investire nella ricerca, in nuove pratiche che possono agevolare tanti contesti lavorativi.

In apertura, Cristina Santagata e Enrico Botte nel corso di Olio Officina Festival 2022. Foto di Olio Officina©

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