Fiorita di Castelluccio

Un utile chiarimento intorno alla “fiorita” di Castelluccio

Per essere più precisi, in gergo eminentemente agronomico, questa “fiorita” rientra nella categoria di campi coltivati e altamente infestati di malerbe e che, volenti o nolenti, sono in concorrenza con la lenticchia, che è il prodotto principale. La concorrenza, si sa, in natura è spietata, ed è fuorviante sostenere che la natura sia benigna. L’iniziativa di raccogliere le sementi della flora messicola che cresce nei campi di lenticchie per farne una speculazione economica è destinata pertanto all’insuccesso

Alberto Guidorzi


La “Fiorita di Castelluccio” è tra le buone pratiche agricole europee

Ne avete sentito parlare? Sapete di cosa si tratta? È quel fenomeno straordinario di fioritura connesso alla semina della celebre lenticchia a marchio Igp. Si ripete ogni anno, nella tarda primavera. Nel Pian Grande, proprio nel cuore del Parco dei Monti Sibillini. L’iniziativa intende utilizzare i semi originali del fiore di Castelluccio, raccolti dai soci della cooperativa agricola locale, selezionati e inseriti nel mercato dei “fiori di campo”, andando a impreziosire così aree verdi e giardini nazionali e internazionali. Un progetto tra resilienza e biodiversità

Marcello Ortenzi


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