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L’olivicoltura marchigiana si interroga sul futuro

Comunicazione, tutela e prevenzione in ambito fitopatologico nel settore oleario sono tra i punti cardine su cui si è sviluppata la tavola rotonda che si è tenuta lo scorso15 marzo nell’ambito delle celebrazioni dei 140 anni di storia dell’Istituto agrario “Celso Ulpiani”, cui ha preso parte anche il direttore di Olio Officina, Luigi Caricato. Per poter restituire un quadro il più dettagliato possibile del settore attuale, è stato fondamentale mettere in dialogo figure professionali appartenenti a diversi ambiti di competenza

Roberto Bruni


Tra blend e tanti monovarietali, spicca l’extra vergine Coroncina

Saggio Assaggio. Dall’accoglienza agrituristica alla ristorazione, l’azienda I Tre Filari possiede quarantacinque ettari condotti a regime biologico, venticinque dei quali dedicati a settemila ulivi. Ad oggi, la proposta è caratterizzata da diciotto oli Evo ottenuti da una sola varietà, previsti in arrivo altri quattro, e da due blend. Di questo monocultivar in particolare, occorrono poche gocce e i piatti su cui è aggiunto possono estasiare

Renzo Ceccacci


Dall’autoctona cultivar Raggia di San Vito l’extra vergine della Fattoria Petrini

Saggio Assaggio. Ottenuto da agricoltura biologica sul colle omonimo, l’azienda marchigiana si impegna nella raccolta manuale delle olive seguita da una molitura dopo poche ore nel frantoio di famiglia per assicurare la qualità del prodotto. Il monocultivar esprime al naso note gentili di cardo e carciofo, abbastanza intenso e equilibrato al palato

Alessia Cipolla


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