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Dall’autoctona cultivar Raggia di San Vito l’extra vergine della Fattoria Petrini

Saggio Assaggio. Ottenuto da agricoltura biologica sul colle omonimo, l’azienda marchigiana si impegna nella raccolta manuale delle olive seguita da una molitura dopo poche ore nel frantoio di famiglia per assicurare la qualità del prodotto. Il monocultivar esprime al naso note gentili di cardo e carciofo, abbastanza intenso e equilibrato al palato

Alessia Cipolla

Dall’autoctona cultivar Raggia di San Vito l’extra vergine della Fattoria Petrini

Presidiano il dolce e magnifico paesaggio marchigiano, ancheggiando secondo il potere del vento, gli ulivi che producono l’olio extra vergine di oliva Raggia di San Vito della Fattoria Petrini da agricoltura biologica sul colle omonimo.

Tra le brezze di mare che mitigano il freddo invernale e un terreno ghiaioso, vince sempre e comunque l’ulivo, soprattutto della cultivar autoctona Raggia, che ha permesso a intere generazioni locali di sopravvivere e che resta un bene prezioso da proteggere, rispettare e promuovere.

Dal 1995, infatti, il Comune di Monte San Vito è stato riconosciuto “Città dell’Olio”, grazie anche all’impegno della famiglia Petrini, che conserva un grande mulino originale del 1600, meta per i sempre più appassionati turisti dell’olio.

L’olio Raggia di San Vito è di un bel colore giallo dorato, al naso esprime note gentili di cardo e carciofo ma anche di erbe aromatiche, origano e timo limonato tra tutti. Al palato è equilibrato e abbastanza intenso, con una buona morbidezza e dolcezza, con una chiusura di amaro e piccante appena percepibili e piacevoli. Come sensazione retronasale esprime una decisa e persistente mandorla amara.

Raccolta manuale, trasporto in cassette in plastica forata e molitura dopo poche ore nel frantoio di famiglia assicurano la qualità del prodotto.

Fattoria Petrini

Olio extra vergine di oliva Raggia di San Vito

Dove: Monte San Vito, Ancona, Marche
Casa virtuale: fattoriapetrini.it
Olivagione: 2021
Bottiglia: 500 ml
Prezzo al pubblico: euro 22
Abbinamenti: a crudo su insalate e minestre di legumi, su primi di pesce e per qualche dolce particolare

Questa recensione è possibile leggerla anche sul numero 30 del mensile Oliocentrico, rivista edita da Olio Officina

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