E voi, come conservate il pane in cucina?
Aibi, l’Associazione italiana bakery ingredients, propone una serie di raccomandazioni sulla corretta gestione domestica di questo importante alimento, a partire dalla scelta del contenitore in cui riporlo. Il sacchetto in carta rimane il più adatto, ma anche in cotone si è rivelato ottimale per preservarne la freschezza e ridurne lo spreco
Gustoso, croccante e profumato: per i consumatori è questo il pane ideale. E oggi, grazie al lavoro delle aziende che producono ingredienti per la panificazione e all’impegno degli artigiani, è molto più facile conservarlo a casa, preservandone freschezza e sapore.
A sottolinearlo è Aibi – l’Associazione italiana bakery ingredients, che propone anche una serie di raccomandazioni sulla corretta gestione domestica di un alimento che, per gli italiani, non deve mai mancare nella dieta quotidiana.
Secondo le rilevazioni di Aibi, il pane fresco artigianale è amato dall’85% dei consumatori, quindi garantirgli una “vita” più lunga, in un periodo di difficoltà economica, è molto importante.
“Per noi rappresenta una questione di sostenibilità economica e sociale – afferma Alberto Molinari, presidente di Aibi –. Quella del pane fresco artigianale è una filiera essenziale e le aziende del settore bakery, consapevoli del loro ruolo anche in tempi di crisi, sono impegnate a fornire ingredienti di qualità, valorizzando così i prodotti dell’artigiano anche dal punto di vista della durata”.
Per venire incontro alle esigenze di un pubblico sempre attento al benessere, negli ultimi anni il pane si è moltiplicato in tanti tipi diversi, grazie ad una selezione attenta delle materie prime: integrale, a base di farine macinate a pietra, multicereali, a lunga lievitazione, con fibre, senza glutine, condito, con l’aggiunta di noci, olive, zucca, semi vari.
Un prodotto a valore aggiunto, insomma, con un apporto benefico per la salute, digeribile e di alto valore nutrizionale.
“Questa diversificazione nell’offerta – osserva il presidente di Aibi – si deve alla collaborazione tra le aziende del comparto bakery con il mondo dell’arte bianca. Insieme stiamo lavorando anche al contrasto agli sprechi”.
Questa tendenza “no waste” premia la pagnotta nei consumi, insieme alle piccole pezzature. Inoltre, aggiunge Molinari, “un pane ben fatto, grazie agli ingredienti di qualità impiegati e alla sapienza dell’artigiano, si conserva più facilmente”.
Ma come preservarne a lungo aroma e sapore anche a casa? La prima regola riguarda la scelta del contenitore in cui riporre il pane: il più adatto è il classico sacchetto di carta che, oltre ad essere riciclabile, contribuisce a mantenere inalterata la freschezza dell’alimento.
In alternativa, va bene anche il sacchetto di cotone. Tuttavia, la carta, da sola, non basta a combattere il principale nemico del pane, ovvero l’umidità. Ecco perché è opportuno collocare l’alimento in un luogo asciutto, al riparo da sbalzi termici e lontano dai fornelli, come ad esempio nella credenza della cucina oppure in un portapane in legno.
Infine, non ascoltare soltanto le esigenze economiche e salutistiche, ma anche i propri gusti.
“Sarà banale ricordarlo, ma un pane che piace si mangia in fretta e non avanza – sottolinea il presidente Molinari -. Se non si sa come orientarsi in un’offerta tanto variegata, è sempre bene chiedere consiglio al panificatore di fiducia: nessuno come l’artigiano può raccontare le differenti tipologie di pane che produce, distinguendole per caratteristiche, gusto e capacità di conservazione”.
In apertura, foto di Sonia Santagostino per Olio Officina©
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