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Il biometano? Strategico per l’economia circolare

Gli agricoltori si danno da fare per operare nell’immagazzinamento della CO2, con le coltivazioni e le innovative soluzioni agronomiche - sia in pianura, sia in collina - per dimostrarne l'efficacia in termini di miglioramento della fertilità dei suoli, tema sempre più attuale nel dibattito politico sulla carbon farming e la tenuta delle aree rurali

Marcello Ortenzi

Il biometano? Strategico per l’economia circolare

Agribiogas 2023, organizzato dal CMA – Consorzio Monviso Agroenergia presso il Lago dei Salici a Caramagna Piemonte, è un evento promosso per Agricoltura ed energia.

Agrobiogas, punto di riferimento per il settore della digestione anaerobica in ambito agricolo ha puntato quest’anno sul processo di riconversione a Biometano. La Cia è intervenuta per fare il punto sulle opportunità del REPowerEU sullo stato dell’arte del settore di grande interesse per il futuro dell’agricoltura.

La pandemia e la crisi energetica, con le ripercussioni sul sistema economico, hanno posto in evidenza il ruolo da protagonista del settore agricolo nella produzione efficiente di energia. Il PNRR indica come prioritaria la combinazione di sviluppo dell’agricoltura e di produzione di biogas e biometano in quanto di interesse per entrambi i comparti. Lo stesso il vicepresidente nazionale Gianmichele Passarini ha affermato che “Lo sviluppo del biometano, ottenuto massimizzando il recupero energetico dei residui organici di origine agricola, è strategico per il potenziamento di un’economia circolare e la produzione di biometano nell’ambito delle aziende rurali rappresenta un punto di forza verso il miglioramento della sostenibilità ed è fondamentale per la competitività delle imprese”.

Per favorire l’inserimento efficiente dell’energia rinnovabile nel sistema agricolo sarebbe opportuno sviluppare un piano comunicativo che faccia comprendere al consumatore come l’agricoltura ha operato negli ultimi anni per la sostenibilità ambientale e sociale, spesso a svantaggio di quella economica propria. Gli agricoltori si danno da fare per operare nell’immagazzinamento della CO2, con le coltivazioni e le innovative soluzioni agronomiche, sia in pianura sia in collina, per dimostrarne l’efficacia in termini di miglioramento della fertilità dei suoli, che è un tema sempre più attuale nel dibattito politico sulla carbon farming e la tenuta delle aree rurali. Quando il biogas si integra nell’attività agricola, sono valorizzati effluenti zootecnici, sottoprodotti agroindustriali e colture di secondo raccolto. Allo stesso tempo il digestato, sottoprodotto della fermentazione anaerobica e ottimo fertilizzante organico, è il mezzo con cui promuovere un approccio agronomico innovativo, conservativo e sostenibile. Dall’evento è venuta la puntualizzazione relativa all’azione delle aziende agricole che prendono a prestito le risorse naturali per trasformarle in cibo di qualità, restituendo poi ricchezza ai territori. Le organizzazioni agricole ormai tendono a creare un forte legame con le comunità rurali ed energetiche locali e a contrastare l’emergenza climate change, anche grazie all’innovazione biotecnologica delle TEA (Tecnologie di Evoluzione Assistita)”.

In apertura, foto di Marcello Ortenzi

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