Saperi

Abbassa il cielo e scendi

Cosa leggeremo a settembre. C’è grande attesa per il nuovo libro di Giorgio Boatti, in uscita per le edizioni Mondadori. È un’importante novità, anche perché segna l’esordio nella narrativa dell’autore di celebri saggi dedicati a temi cruciali della vita del nostro Paese. Protagonista di questo romanzo è Bruno e la sua malattia mentale, in un tempo lungo mezzo secolo trascorso tra centri di igiene mentale e abissali solitudini domestiche, salvifiche tregue e improvvisi precipizi

Olio Officina

Abbassa il cielo e scendi

Nella fascetta di copertina leggerete questa dichiarazione di Cristina De Stefano: «Per parlare della follia ci vuole un poeta. Per raccontare il tempo perduto ci vuole uno storico. Giorgio Boatti è tutte e due le cose e lo dimostra in questo straordinario romanzo dove tutto è vero». Ed è così, confermiamo anche noi il giudizio. Ed ecco, in attesa di leggere il romanzo, il risvolto di copertina.

Il paese di Bruno è speciale: in quel mucchietto di case sprofondate tra campi e fossi, i bambini cercano di camminare sulle acque e le vecchie signore muoiono e dopo tre giorni risorgono – e non importa se solo per morire di nuovo. Bruno, però, dal suo piccolo borgo se ne va presto: mira alla santità, lui, e decide di studiare in seminario. Purtroppo, la follia ha un tocco veloce, e voci che muovendosi non fanno rumore: e così nessuno se ne accorge quando a centinaia bussano ed entrano nella testa di Bruno.

Per lui e per tutti quelli come lui la malattia mentale dura per sempre – nel suo caso, mezzo secolo.

Mezzo secolo di vecchi manicomi e psichiatrie riformate dai venti basagliani; centri di igiene mentale e abissali solitudini domestiche; tregue e improvvisi precipizi. Ma anche mezzo secolo d’Italia, perché Bruno è figlio del suo tempo, e il suo tempo è quello densissimo del Secolo Breve: e così insieme alla storia di Bruno corre anche la Storia di questo nostro Paese, dal tramonto del mondo contadino al boom delle città operaie, dal terrorismo agli anni da bere, e poi l’età delle famiglie che si disfano e il “ritorno al privato”, Internet, il lavoro precario. A raccontarci l’una e l’altra è chi, fratello di Bruno, nonostante il legame che li unisce, a lungo cerca di stargli lontano, col cuore e con la testa.

Tutta la narrazione è però pervasa da una brezza che non cala mai, e conduce chi scrive e chi legge verso orizzonti di ricomposizione dopo lo sgomento che smarrisce e perde. Finché, caduto ogni confine tra vite normali e vite che sembrano non esserlo, tutto si accetta, tutto si comprende. Perché fratelli non si nasce, si diventa.

L’autore, Giorgio Boatti, chi frequenta Olio Officina Festival lo conosce bene, perché ha avuto modo di presentare alcuni suoi libri. Nato in un paese della Lomellina, al confine tra Lombardia e Piemonte, giornalista e scrittore, ha lavorato in diverse città e vive ora a Torre d’Isola, nel parco del Ticino, in una vecchia cascina accanto al fiume. Esperto di servizi segreti e di intelligence, è autore di numerosi libri su momenti e temi cruciali della vita del nostro Paese. Da Mondadori sono usciti Bolidi. Quando gli italiani incontrarono le prime automobili e La terra trema. Messina 28 dicembre 1908; da Einaudi, Preferirei di no. Le storie dei dodici professori che si opposero a Mussolini e Piazza Fontana. 12 dicembre 1969, il giorno dell’innocenza perduta. Da Laterza ha pubblicato, tra l’altro, Un paese ben coltivato. Viaggio nell’Italia che torna alla terra e, forse, a se stessa e Sulle strade del silenzio. Viaggio per monasteri d’Italia e spaesati dintorni.

Il romanzo Abbassa il cielo e scendi, di Giorgio Boatti – edito da Mondadori nella collana SIS, Scrittori italianai e stranieri – sarà in libreria dal 6 settembre 2022.

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