Saperi

Cronologia di una persecuzione

Nel 2008 esce il primo lavoro ufficiale che codifica l’impiego della funzione matematica nella diagnosi psichiatrica. Il lavoro prosegue fino alla pubblicazione che riferisce della inequivocabile possibilità di riconoscere, attraverso i markers utilizzati, la Depressione Maggiore dal Disordine Bipolare. La notizia i diffonde. Poi arriva una strana e inquietante lettera

Massimo Cocchi

Cronologia di una persecuzione

A seguito del divulgarsi della notizia che il mio gruppo di ricerca era riuscito a identificare una caratteristica molecolare che consentiva di fare diagnosi psichiatrica riconoscendo la presenza di una psicopatologia da condizioni apparentemente normali, utilizzando una funzione matematica complessa quale è la rete neurale artificiale denominata Self Organizing Map, cinquanta e oltre testate giornalistiche (fra queste alcune delle più prestigiose in Italia) riportarono la notizia.

Ciò accadeva fra il 2005 e il 2007/2008.

Nel 2008 esce il primo lavoro ufficiale che codifica l’impiego della funzione matematica nella diagnosi psichiatrica (Massimo Cocchi, Lucio Tonello, Sofia Tsaluchidu and Basant K Puri. The use of artificial neural networks to study fatty acids in neuropsychiatric disorders. BMC Psychiatry 2008, 8 (Suppl 1): S3).

Nel 2010 esce il rendiconto sperimentale sulla prima fase della ricerca (Massimo Cocchi and Lucio Tonello. Bio Molecular Considerations in Major Depression and Ischemic Cardiovascular Disease. Central Nervous System Agents in Medicinal Chemistry, 2010, 10, 97-107).

Il lavoro prosegue fino alla pubblicazione che riferisce della inequivocabile possibilità di riconoscere, attraverso i markers utilizzati, la Depressione Maggiore dal Disordine Bipolare (Benedetti, S. et al. (2014). Platelet’s Fatty Acids and Differential Diagnosis of Major Depression and Bipolar Disorder through the Use of an Unsupervised Competitive-Learning Network Algorithm (SOM). Open Journal of Depression, 3, 52-73).

Nel 2008 arriva la nomination al Kyoto Prize.

Come è ben noto occorrono alcuni anni prima che un lavoro trovi spazio conoscitivo presso un largo numero di addetti ai lavori, tuttavia, la notizia si diffonde, anche grazie all’intervento dei giornali e alla testimonianza dell’amico Kary Mullis (premio Nobel 1993 per la scoperta della PC):

Il contenuto di lipidi nelle piastrine, secondo Cocchi, è un fortissimo indice per l’accertamento di un mistero. E cioè se una persona soffra o no di depressione; addirittura se il paziente si trovi in uno stato depressivo tale da sospettare l’intenzione di un suicidio. Un mistero su cui gli psichiatri hanno elaborato solo ipotesi.

Si può diagnosticare una malattia che coinvolge la coscienza, come la depressione, semplicemente da tracce organiche nelle piastrine?

Cocchi e Tonello stanno gettando una luce e iniziando una strada rivoluzionaria. Non solo nel campo della diagnosi: si tratta di una rivoluzione dal punto di vista filosofico e religioso.

Siamo tutti curiosi, quando vediamo qualcosa di eclatante. Talvolta ci si chiede se non si rischi a spingersi troppo in là ed è comune, tra gli scienziati, rifiutare di prestare attenzione a risultati inaspettati. Salvo, dopo qualche anno, pensare di aver peccato di eccessivo pudore.

Quando c’è un mistero, e se questo fornice segnali precisi, dev’essere affrontato. Non mi stupirei se proprio da questa ricerca, o dalle ricerche che si apriranno, nascano nuove strategie terapeutiche. Potrebbe trattarsi di una svolta straordinaria. Suggerisco di tenere gli occhi bene aperti su quelle palline che sono le piastrine.

Sta per accadere qualcosa di grande”

Mercoledì 1 ottobre 2008, La Stampa – TuttoScienze

Fino al 2013 non accade nulla di particolare, ma, nel 2013, esce un volumetto La Freccia dell’Arciere, per i tipi di Plumelia Editore.

In alcune parti di questo scritto si disquisisce sull’ipotesi di una possibile espressione bipolare del Cristo uomo nell’Orto dei Getsemani” motivandone le verosimili ragioni.

Nel giugno del 2013, decido, attraverso un canale preferenziale, di fare giungere a Papa Francesco il volumetto accompagnato da una lettera:

Onorato e compiaciuto di questo riscontro rimango in attesa di un possibile e illuminante colloquio sul tema trattato nel libretto.

Fra novembre 2013 e maggio 2014 ricevo circa una trentina di mail da certo Aharon Sheer, per conto di certo Micha Ragolsky che chiede informazioni dettagliate sulla ricerca.

Micha Ragolsky è il responsabile del “The Beer-Sheva Mental Health Center, Beer-Sheva, Israel”.

Stranamente, un amico psichiatra a cui confiderò, più avanti nel tempo, le mie inquietudini relativamente ai “messaggi” che riguardano la ricerca, mi sollecita la memoria chiedendomi, appunto, se non avessi avuto contatti con Israele.

Potete immaginare la mia sorpresa quando, tornato a casa, recuperai questo folto scambio di mail. Come mai l’amico psichiatra mi chiedeva di Israele quando neppure io ricordavo più il fatto?

Strana cosa, come strana è, appunto, la comparsa di Israele solo alcuni mesi dopo l’invio della lettera e del libro al Papa.

Passano alcuni mesi e, improvvisamente, ricevo una mail e, successivamente, una telefonata da un giornalista che desidera pormi alcune domande (si riporta il tal quale):

Da: Tony_Riga@…

A: Massimo.cocchi@…

domande

Caro professore

Sono un giornalista freelance e ho letto la sua intervista su Affari italiani.

Mi interesserebbe fare un servizio su questa tecnica interessante che, se validata, avrebbe effetti straordinari.

Le domande che vorrei porle sono queste

1): qual è il grado di affidabilità del test in termini percentuali diagnostici

2) quali altre università lo hanno adottato

3) ci possono essere falsi positivi o negativi?

4) chi dall’Italia volesse fare il test dovrebbe farlo per forza di cose a Lugano o può farlo altrove? A quale costo?

La ringrazio

Antonio Riga

venerdì 01/08/2014 12:22

Nella telefonata mi dice che invierà l’articolo per le opportune verifiche, come è consuetudine dopo un’intervista, ma non sento più nulla, anzi, capisco che qualcosa non quadra e, dopo una veloce indagine vengo a sapere che tale Antonio Riga non solo non è un giornalista, ma che ha utilizzato il cellulare di un giornalista vero, certo Campanella, anzi, un tale Antonio Riga, si scopre in internet attraverso la pubblicazione di un biglietto da visita, che è ispettore capo della polizia penitenziaria di Roma:

Strana coincidenza!

In questo momento ho deciso di affidare la raccolta di fatti e testimonianze ad un amico, illustre penalista di Firenze, il quale comincia il certosino lavoro di verbalizzazione di documenti e pareri.

Il tempo trascorre tranquillo per circa un anno e mezzo, poi, nel settembre 2016 arriva alla mia collega psichiatra con la quale avevamo condotto l’indagine sperimentale una strana e, successivamente si capirà, inquietante lettera:

Come ho già riferito in un precedente pezzo su Olio Officina Magazine, tale lettera si rivela un falso clamoroso (vedi: “Riflessioni dovute“, 4 dicembre 2020).

Sottopongo la lettera a un famoso criminologo italiano e, come risposta, dopo un po’ di tempo, ricevo il suo giudizio, secondo il quale, e non si era mai parlato di Vaticano, questa falsa lettera proveniva dai servizi vaticani.

Sì, ci ho messo molto tempo per capire che vi era stata una cronologia ben precisa sulla cadenza degli eventi, in una sequenza che, almeno a me, a quel punto, lasciava pochi dubbi sul fatto che quell’incauto invio al Papa della Freccia dell’Arciere” aveva mosso qualche cosa che mi suggeriva di chiudere con questo tipo di ricerca.

Ricordo per il lettore che la giustizia ancora punisce il tentativo di suicidio in carcere e che il “libero arbitrio” messo in discussione dalla ricerca sulla psicopatologia, ad esempio nel caso del riconoscimento delle caratteristiche dell’ideazione suicidaria, da larga parte della chiesa cattolica è ancora ritenuto peculiarità del soggetto.

In apertura, il particolare di un’opera di Sandro Bettin (“I muri ci guardano”), da una foto di Olio Officina ©

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