Gotha alimentare

Antonio Cimato

Antonio Cimato

Noto per il suo impegno in qualità di esperto mondiale di olivicoltura, dal 1976 ha fatto parte del Consiglio nazionale delle ricerche lavorando nell’ambito dell’Istituto sulla propagazione delle specie legnose. È autore e co-autore di un’ampia documentazione scientifica

Olio Officina


Antonio Cimato [Marina Gioiosa Jonica (Reggio Calabria), 24 Febbraio 1946] è un ricercatore in materia olivicola.

Dopo la laurea in Scienze Agrarie presso l’Università di Firenze nel 1974, ha continuato la formazione come assistente presso l’Istituto Coltivazioni arboree dell’Università degli Studi di Firenze (1975-1976) e come borsista, nell’Istituto sperimentale per la Olivicoltura del Ministero Agricoltura e Foreste di Cosenza (1975).

Nel luglio 1976 è entrato nei ruoli del Consiglio Nazionale delle Ricerche come collaboratore tecnico dell’Istituto sulla Propagazione delle Specie Legnose (IPSL – 1976-1988) e ha perfezionato gli studi con periodici soggiorni (1980/1981) in laboratori esteri in Spagna: Siviglia (Centro de Edafologia y Biologia Aplicada” del Consejo Superior de Investigaciones Cientificas) e Cordoba (Instituto Nacional de Investigaciones Agrarias del Ministero di Agricoltura), e a Davis, come Professore Associato al Department of Environmental Horticulture dell’Università di California (1981/1982).

Primo Ricercatore dell’Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree (IVALSA-CNR) durante il periodo 1989 – 2012, e associato all’istituto fino al 2014, ha indirizzato le attività nelle aree Scientifico -Disciplinare delle Scienze Agrarie (Olivicoltura) e delle Tecnologie Agroalimentari (Olio di oliva) finalizzandole con studi applicati alle Produzioni Olivicole, alla Biodiversità naturale dell’Olivo e allo Sviluppo Agro-Industriale di tecniche e metodologie di controllo della qualità, tracciabilità e sicurezza alimentare degli oli “tipici” territoriali.

È stato responsabile scientifico in undici progetti (6 istituzionali del CNR e cinque “Bilaterali”, di cooperazione tra il Ministero degli Esteri d’Italia, il CNR e Istituti di ricerca di Albania, Argentina, Spagna e Usa) e ha collaborato, come ricercatore CNR, a sette programmi di ricerca nazionali.

Nel ruolo di coordinatore scientifico ha organizzato, gestito e realizzato ventitre progetti speciali.

Tre, finanziati da istituzioni internazionalie: F.A.O. (Roma), I.O.C. (International Olive Oil Council -riconosciuto dall’ONU e con sede a Madrid) e C.F.C. (Common Fund for Commodities: Istituto finanziario intergovernativo delle Nazioni Unite con sede in Amsterdam) e 20 da istituzioni e aziende indutriali italiane in convenzione con il CNR.

Ha conseguito risultati indicativi di interventi culturali che possono innalzare l’efficienza annuale degli alberi; contribuito ad approfondire le conoscenze sul valore agronomico-produttivo della biodiversità naturale dell’olivo, a rischio di estinzione, identificata in zone diverse italiane e in sette Paesi mediterranei. Ha proposto metodologie per l’estrazione del DNA dalle foglie e dalle morchie degli oli di oliva mono varietali e tecniche analitiche applicabili a nuovi dispositivi ottici (sensori micro-ottici e laser) per tracciare la provenienza degli oli vergini di oliva, classificare e certificare la qualità nutrizionale e la sicurezza alimentare.

Consulente, esperto della materia, ha partecipato a sei attività. Collaborato con il Ministero di Agricoltura di Albania alla progettazione del Centro Vivaistico di Valona; alla realizzazzione degli impianti di irrigazione destinati agli oliveti moderni e alla programmazione del “Nuovo Piano Olivicolo Nazionale” (2010-2010). Al Ministére de l’Agriculture, du Développement Rural et des Pèches Maritimes e Ecole Nationale d’Agriculturede Meknés, ha fornito consulenza per la realizzazione del Progetto industriale “Recycling of vegetable water & Olive pomace on agricultural land”; per conto del Consiglio Oleicolo Internazionale di Madrid (I.O.C.), ha realizzato il Manuale Tecnico: “Olive Nursery Production and Plant Production Techniques” e collaborato alla preparazione e stampadi due volumi monografici: “Enciclopedia Mondiale dell’Olivo”e “Catalogo Mondiale delle Varietà di Olivo”.

Inoltre, ha rappresentato il CNR in Consigli Scientifici, Commissioni Ministeriali e Comitati tecnico-scientifici nazionali e internazionali.

Ha collaborato con istituti universitari italiani e stranieri con incarichi di docenza in commissioni per la valutazione accademica all’insegnamento a Professore Associato; di Master e di Dottorato di ricerca e partecipato ad attività di tutoraggio per lavori di tesi dei quali è stato anche correlatore ufficiale.

Nel 1992 è stato nominato Accademico Corrispondente dell’Accademia Nazionale dell’Olivo per divenire Accademico Ordinario nel 2002.

Da autore e co-autore di un’ampia documentazione scientifica che riunisce monografie, manuali tecnici, capitoli di libri e di enciclopedie monotematiche e pubblicazioni che riuniscono presentazioni in convegni, congressi e simposi e articoli su riviste scientifiche con editore italiano e straniero

Programmi di Ricerca

Istituzionale

Progetti realizzati nella Commessa del Dipartimento Agro-Alimentare del CNR

Food: Ricerca e tracciabilità di composti essenziali per alimenti tipici (2012/2013);

Risorse biologiche: Raccolta e Caratterizzazione della Biodiversità di Specie arboree da frutto (2004/2012).

Altri Progetti

Biodiversità dell’Olivo: Recupero, valorizzazione e utilizzazione delle risorse genetiche autoctone in olivo (2000/2002); Raccolta del germoplasma olivo autoctono (1992/2002); Caratterizzazione e qualificazione della produzione olearia (1997/2002);

Tecniche vivaistiche

Controllo della crescita in piante di olivo allevate in vivaio (1992/2000); selezione clonale di portinnesti di olivo(1996/2003); germinazione di semi di specie legnose da frutto ed ornamentali(1992/2000); valutazione agronomica piante arboree da frutto ottenute con tecniche diverse di propagazione(1992/2000).

Progetti strategici CNR

Ambiente e Territorio: Nuovi Orientamenti dei consumi e delle produzioni alimentari (1986/1987).

Progetti Bilaterali CNR (Incarichi per Attività di cooperazione internazionale)

Attività di cooperazione scientifica-tecnologica tra istituti del CNR, il Ministero degli Esteri italiano e Istituzioni diverse dei goversi di Albania, Argentina, Spagna e Usa.

Italia/Albania: Applicazione di sistemi sensoriali innovativi (ottici e micro-ottici) nell’industria agroalimentare di Albania. Ministero di Agricoltura di Albania: Quedra e Trasferimit të teknologjisë bujqësore, Vlorë (2012/2014).

Italia/Albania: Orientamenti Produttivi per l’Olivicoltura della Repubblica di Albania – Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica riconosciuta di particolare rilievo per l’Albania (DPPCC 269/8132). Quedra e Trasferimit të teknologjisë bujqësore, Vlorë (2001/2011).

Italia/Argentina: Desarrollo del cultivo frutícola en la región agrícola riojana– Experimental Agropecuaria, La Rioja (Argentina). (1986/1988).

Italia/Spagna: Fertilizzazione di piante madri e controllo della rizogenesi di talee di olivo – Centro de Edafologia y Biologia Aplicada del Cuarto di Siviglia (1986).

Italia/USA: Yield in early market peach trees as a function of assimilate partitioning – Department of Environmental Horticulture, University of California – Davis (1983/1987).

Partecipazione a programmi nazionali

Progetti MURST

Miglioramento genetico dei fruttiferi per la costituzione di nuove cultivar.

Irrigazione per ridurre l’alternanza di produzione nell’olivo.

Progetti MIPAF

Sviluppo e miglioramento della frutticoltura da industria, precoce e dell’agrumicoltura.

Progetti CNR

Finalizzati: Meccanizzazione AgricolaFitofarmaci e Fitoregolatori;

IPRA: Meccanismi regolatori della qualità;

IPRA: Struttura e rapporti di competizione nelle formazionivegetali;

RAISA: Agrobiotecnologie nella produzione vegetale – Obiettivo: “Meccanismi regolatori della qualità”.

Attività di Ricerca (Scienze Agrarie e Tecnologie Agroalimentari)

Produzioni olivicole e oli vergini di oliva

Studi hanno controllato i meccanismi della produzione dell’olivo, il metabolismo dell’inolizione dei frutti durante la maturazione e l’azione di tecniche e/o condizioni agronomiche che determinano la presenza nell’olio, appena estratto, di acidi grassi e composti secondari a specifico valore nutraceutico che rendono l’alimento di qualità superiore.

Interventi di fertilizzazione fogliare, integrati a modelli fenologici specifiche di differenti cultivar di olivo, sono stati monitorati per limitare la competizione tra “sink” metabolici diversi presenti sulla pianta (apici vegetativi vs fiori) e per ottimizzare la produttività annuale dell’albero: risultato di una interazione complessa tra genotipo (cultivar), condizioni ambientali che insistono nell’oliveto e applicazione di specifiche tecniche agronomiche. Ricerche hanno evidenziato che il controllo genetico agisce sul metabolismo della maturazione dei frutti; inoltre, che l’efficienza produttiva delle piante e le caratteristiche degli oli di oliva di cv Frantoio e Moraiolo sono condizionate dalla natura chimico-fisica dei suoli e dai livelli di salinità.

Dal 1988, e per 12 anni consecutivi, è stato realizzato un progetto multidisciplinare per definire i profili degli oli vergini di oliva prodotti in frantoi della Toscana e per individuare gli elementi che descrivono la tipicità regionale di questo alimento.

I risultati hanno distinto le produzioni locali per diversità territoriale-ambientale (oli dell’area costiera – oli del territorio collinare interno) ed è stata evidenziata l’incidenza della “stagionalità” sui profili chimici-organolettici degli oli con valori più caratterizzanti per composti riuniti nella frazione insaponificabile.

Gli oli prodotti in Toscana sono risultati differenti sia quando sono state comparate le produzioni ottenute da frutti raccolti in epoca stagionale diversa (ottobre-novembre-dicembre) sia confrontando i sistemi di raccolta scelti dagli operatori (manuale o con mezzi meccanici, ecc.). Già dopo tre anni di indagini, è stato segnalato che è il sistema industriale di estrazione può costituire elemento di garanzia e/o discriminatorio delle caratteristiche riconosciute agli oli prodotti in Toscana. Gli oli vergini ottenuti nei frantoi territoriali con sistema di estrazione moderna, hanno mostrato valutazioni organolettiche superiori rispetto ad altri prodotti nei frantoi a sistema di estrazione tradizionale. Le risultanze di questi primi risultati sono state determinanti per promuovere aggiornamenti tecnologici ai sistemi di estrazione dell’olio anche sui mercati internazionali.

Il Database realizzato come modello di studio, è stato normalizzato per i diversi ambiti territoriali della regione e finalmente utilizzato per definire il primo disciplinare del prodotto “Olio Vergine di Oliva DOP Toscano”. La elaborazione dei modelli multivariati di regressione e di classificazione, creati dal Database, sono stati in tempi differenti applicati ai composti dell’olio vergine di oliva, per poter distinguere le produzioni territoriali della Toscana, da quelle della Sicilia e della Calabria.

Biodiversità naturale dell’olivo

Con questa attività sono stati recuperati, caratterizzati, valorizzati e tutelati genotipi di olivo, a rischio di estinzione identificati in territori italiani e in ambienti olivicoli di sette Paesi del Mediterraneo [Algeria, Egitto, Marocco,Siria, Tunisia, Slovenia e Croazia].

Anticipati da una raccolta tematica della letteratura scientifica prodotta dal 1950 al 1986 [Rassegna Bibliografica dell’Olivo,con 4.160 riferimenti(anno 1988)], studi multidisciplinari sono stati realizzati per estendere le conoscenze sulla caratterizzazione morfologica-molecolare di genotipi di olivo, per la loro valutazione agronomica e per definire i profili chimico-organolettici dei singoli oli mono varietali.

In tempi diversi, le attività hanno consentito di recuperare e riordinare 79 accessioni di olivo della biodiversità autoctona presente in Toscana dopo i danni da freddo causati alle piante dalle gelate del gennaio 1985; di identificare39 olivi storici del Piemonte, 14 della Puglia salentina e di recuperare, caratterizzare e tutelare 352 piante secolari originarie di ecosistemi naturali di Algeria (71), Croazia (31), Egitto (19), Marocco (64), Siria (75), Slovenia (11) e Tunisia (81).

Nel 1993, il CNR ha organizzato campi di tutela della biodiversità toscana mentre, nel 2008, sono state completate le attività internazionali con la realizzazione delcampo collezione di olivo a Marrakech, in Marocco, nel quale sono stati riunite complessivamente 919 accessioni di olivi autoctoni di 19 Paesi.

Alla fase di tutela della biodiversità toscana, hanno fatto seguito studi per fornire indicazioni sul valore agronomico delle piante (potenzialità rizogena naturale delle talee; caratterizzazione di genotipi per crescita vegetativa delle piante nella fase di produzione vivaistica; misure dell’efficienza produttiva delle piante adulte; test di tolleranza di genotipi a rogna (Pseudomonas Savastanoi Stevens) e per identificare e selezionare olivi i cui frutti, a maturazione, sono stati in grado di fornire oli mono varietali di particolare valore nutraceutico per le ampi contenuti totali, o come singoli costituenti, di polifenoli, squalene, steroli, tocoferoli e alto tenore in acido oleico (79%).

Linea di ricerca esclusiva (1996) ha evidenziatouna proposta metodologica per l’estrazione di DNA dalle morchie presenti in oli di oliva mono varietali.

Attività di ricerca coordinate, che hanno coinvolto gli 8 olivi storici presenti nell’Hortus del “Gethsemani” a Gerusalemme,hanno stabilito dal profilo genetico che tutti le piante ancora presenti in questo luogo sacro appartengono allo stesso genotipo e che sono stati moltiplicati da un unico esemplare di pianta madre. Differenze nei profili allelici non sono state infatti evidenziate nemmeno tra radici e foglie prelevate dalle diverse parti della chioma. Per tre degli olivi presenti, la stima della datazione ha fatto convergere i risultati al secolo XII°.

Sviluppo di biotecnologie e metodologie agroindustriali per il controllo della qualità, tracciabilità e sicurezza alimentare degli oli vergini di oliva “territoriali”

L’attività, svolta in collaborazione con ricercatori dell’Istituto di fisica applicata (Ifac) del Cnr di Firenze, ha permesso di sviluppare metodologie e tecniche (micro-sensori ottici) in grado di predire le caratteristiche merceologiche e gli indicatori di qualità dell’olio vergine di oliva e di convalidare la provenienza geografica dei prodotti DOP.

Nella prima fase del progetto, è stata messa a punto strumentazione optoelettronica (Nefelometria) in grado di effettuare misure combinate di torbidità e di colore in campioni di oli di oliva destinati all’alimentazione ed è stato realizzato software per l’elaborazione dei dati ottenuti dalle misure spettrali. L’uso di tale strumentazione ha permesso di distinguere la tracciabilità del prodotto “olio certificato toscano” da popolazioni eterogenee di campioni con provenienza geografica dichiarata di Calabria, Sicilia e Spagna e con caratteristiche merceologiche distinguibili.

In tempi successivi, in collaborazione con il Photonics Team dell’Università fiamminga Vrije Unibersiteit di Brussel, è stata sperimentata metodologia basata su tecnologia a fibre ottiche in grado di rivelare e quantificare una delle frodi più usuali nel settore oleario che consiste nel miscelare oli merceologicamente diversi (di oliva raffinato, deodorato o di sansa raffinato) per poi introdurli sui mercati come prodotti “vergini e extravergini” di qualità. L’aspetto innovativo dello studio consiste nell’utilizzazione di una sorgente laser capace di generare una luce di estesa ampiezza spettrale. Un fascio impulsato ad alta velocità (femtosecondi) e di alta intensità, propagandosi in una fibra ottica con opportune caratteristiche non-lineari, genera la cosiddetta sorgente laser ‘supercontinuum‘, che può coprire l’intera regione spettrale 400-2500 nanometri, abbracciando quindi le bande del visibile e del vicino-infrarosso”.

La metodologia è integrata da misure di spettroscopia di assorbimento effettuate con luce diffusa tramite una sfera integratrice che contiene il campione di olio esaminato.

La messa a punto della nuova metodologia permette di misurare lo spettro dell’olio a prescindere dalla torbidità e senza la necessità di doverlo filtrare. Da ogni campione lo spettro di assorbimento caratterizza la peculiare composizione analitica che rappresenta il suo “fingerprint”. La successiva elaborazione dei dati permette di realizzare un modello di software predittivo in grado di individuare il tipo di inquinante e la relativa concentrazione.

Modificando il software predittivo, la stessa metodologia può essere utilizzata anche in altri tipi di analisi quali, ad esempio, la rilevazione negli oli di elementi a valenza nutraceutica come polifenoli, tocoferoli e la specifica composizione degli acidi grassi.

Una ipotesi di trasferimento tecnologico per il futuro si può formulare con la realizzazione di strumentazione semplice ed economica che sia in grado di funzionare online durante le diverse fasi della filiera produttiva dell’olio, dalla frangitura, alla centrifugazione, allo stoccaggio, all’imbottigliamento, permettendo il controllo continuo e in tempo reale del prodotto.

Coordinamento scientifico a progetti

Finanziati da Istituzioni internazionali

Sono stati realizzati 3 progetti per sostenere la Yugoslavia a migliorare le produzioni olivicole (F.A.O.: UNPD/YU/82/002 – “Experimentation and Demonstration for the Improvement of Olive and Olive Oil Production in Yugoslavia(1982/1990); per permettere il recupero, la tutela e valorizzazione della biodiversità naturale autoctona in Algeria, Egitto, Marocco, Siria e Tunisia (C.F.C./I.O.C./03 – “Conservation, Characterization, Collection and Utilization of the Genetic Resources in Olive(2001/2008); per ottimizzare la produzione e la qualità dell’olio vergine di oliva della provincia di Catamarca-Argentina (C.F.C./F.A.O./08) – “Creation of Pilot demonstration Plant and Training to Improve Olive Oil Quality in Latin America” – (2009/2014).

Finanziati da Istituzioni e Imprese Nazionali in convenzione con il CNR

I primi studi per il recupero della biodiversità autoctona dell’olivo (fine anni ’80) e le numerose pubblicazioni correlate al tema della tutela e valorizzazione delle risorse genetiche, hanno spinto istituzioni nazionali, regionali e imprese private a finanziare 20 progetti:

Caratterizzazione delle piante storiche secolari presenti nel giardino del Gethsemani a Gerusalemme.Copagri (Roma); Terra Santa (Gerusalemme). (2009/2012).

Realizzazione di due campi dimostrativi con cultivar “minori” del germoplasma autoctono toscano. Dipart. Agricoltura Regione Toscana. (2009/2012).

Identificazione, Tutela e Valorizzazione della biodiversità di olivo autoctona “Olivastra Seggianese”.Assessorato Agricoltura Provincia di Grosseto. (2007/2010).

Valorizzazione di cultivar minori di olivo del germoplasma autoctono della Toscana.ARSIA-Dipart. Agricoltura Regione Toscana. (2007/2010).

– Biodiversità naturale e sviluppo dell’olivicoltura nella Provincia di Alessandria. Assessorato agricoltura Provincia di Alessandria. (2005/2007).

Trasferimento delle innovazioni tecnologiche agli operatori della filiera olivicola/olearia.Società “Pieralisi” spa Nuova M.A.I.P. (Iesi-Ancona).(2006/2008).

Interventi sulla caratterizzazione delle produzioni di oli DOP siciliane & Recupero, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio varietale autoctono della Sicilia Orientale.Assessorato Agricoltura Regione Sicilia. Dipt. Interventi Strutturali – Palermo.(2003/2008).

Olivo “Taggiasca”: Caratterizzazione della variabile ambientale sull’efficienza produttiva delle piante e sulle caratteristiche chimiche ed organolettiche del prodotto.Società Isnardi, Oneglia (Imperia).(2002/2004).

Caratterizzazione dell’olio di oliva dalla cv “Frantoiano di Montemurlo” e di altre varietà olivicole autoctone nell’Area Protetta del Monteferrato. Area Protetta di Interesse Locale del Monteferrato (PO) – (2002/2004).

Caratterizzazione biotecnologica di genotipi, tracciabilità e valorizzazione degli oli e dei vini di Toscana.(Progetto: CARABIOTEC). Dipartimento AgricolturaRegione Toscana(2002/2003).

Valutazione dell’attitudine all’olivicoltura e viticoltura del territorio della provincia di Siena.Amministrazione Provinciale di Siena (2002/2003).

Caratterizzazione Agronomica e Chimica di Genotipi minori di Olivo del Germoplasma Toscano. ARSIA-Dipart. Agricoltura Regione Toscana.[(Regolamento CEE 2430/97 – CEE 528/99) – (2001/2004)].

Identificazione, Recupero, Salvaguardia e Selezione del patrimonio olivicolo autoctono grossetano e caratterizzazione della cv “Olivastra Seggianese”.Assessorato allo Sviluppo Rurale. Amministrazione Provinciale di Grosseto (2001/2005).

Caratterizzazione Agronomica e Chimica di Genotipi di Olivo del Germoplasma Toscano.ARSIA-Regione Toscana (Regolamento CEE 2430/97 – CEE 528/99). (2001/2004).

Qualità dell’olio vergine di oliva del comprensorio provinciale di Vibo Valenzia.Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia (2001/2003).

Identificazione, Recupero, Selezione e Salvaguardia del Patrimonio Olivicolo Autoctono Salentino. Camera di Commercio I.A.A. di Lecce – Regione Puglia (2001/2002).

Caratterizzazione Agronomica e Chimica di Genotipi di Olivo del Germoplasma Toscano.ARSIA-Dipart. Agricoltura Regione Toscana. (Regolamento CEE 528/99. (1998/2003).

Recupero e caratterizzazione del germoplasma di olivo autoctono toscano.Ente Toscano di Sviluppo Agricolo e Forestale. (1998/2000).

Raccolta, caratterizzazione e conservazione del germoplasma autoctono di olivo in Toscana. Dipartimento AgricolturaRegione Toscana(1990/1996).

Caratterizzazione del prodotto olio toscano. Consorzio di Tutela Regionale Olio Extra Vergine di Oliva Toscano (C.R.O.E.V.O.T.T.) – (1988/1994).

Consulenza tecnico-scientifica a sei progetti internazionali

Ministero di Agricoltura e della Tutela dei Consumatori di Albania (Tirana): consulenza alla progettazione e realizzazione a Valona del Centro Vivaistico per l’Olivicoltura “Center for Technology Transfer”, (2010/2012);

-realizzazione del “Piano Olivicolo Nazionale” (2009);

-realizzazione Progetto sulla irrigazione dell’olivo in Albania. World Bank Credit No. 3914 ALB; Project ID No. P082128 (Water Resource Management Project in Albania”. (2004/2007).

Ministére de l’Agriculture, du Développement Rural et des Pèches Maritimes – Ecole National d’Agriculturede Meknés (Marocco):assistenza tecnica alla PEA del ProgettoRecycling of vegetable water & Olive pomace on agricultural land” – (CFC/IOC/04). Finanziamento Common Fund for Commodities (Amsterdam) e I.O.C. (Madrid) (2004/2008);

International Olive Oil (I.O.C.), Madrid. consulenza e preparazione della documentazione per la realizzazione del Manuale Tecnico “Olive Nursery Production and Plant Production Techniques”; – consulenza alla realizzazione di due volumi monografici: “Enciclopedia Mondiale dell’Olivo” e “Catalogo Mondiale delle Varietà di Olivo”(1995, 1998).

Risultati conseguiti di particolare importanza

– Censimento e pubblicazione della “Rassegna Bibliografia Sistematica dell’Olivo, con la quale ha riunito, in due volumi, 4.160 studi internazionali realizzati dal 1950 al 1988;

– Identificato intervento agronomico di microfertilizzazione fogliare in olivo che riduce la competizione tra “sink” metabolici e migliora la produttività annuale dell’albero (1989);

– Rilevato che durante la maturazione dei frutti, il metabolismo dell’inolizione varia, nella sintesi degli acidi grassi e di altri importanti composti (squalene, polifenoli, ecc.), perché il meccanismo è controllato dal “genotipo”, da condizioni limiti ambientali, dalla natura chimico-fisica dei suoli, da alterati livelli di salinità sodica e da specifici interventi di gestione agronomica dell’impianto: irrigazione, concimazione, ecc (1990);

– Realizzato, con studi plurannuali, il disciplinare IGP “Olio vergine di Oliva Toscano” con evidenziata variabilità chimico-organolettiche degli oli regionali per incidenza della “stagionalità”, epoca e tecnica di raccolta dei frutti e per il sistema industriale di produzione dell’olio (1992);

– Recuperato, caratterizzato e promossa la tutela di 79 genotipi di olivo che rappresentano la biodiversità autoctona, e a rischio di estinzione, ancora oggi presente negli oliveti toscani;

– Collaborato alla realizzazione del campo collezione internazionale di Marrakech, in Marocco, nel quale sono stati riunite 919 varietà di olivi autoctoni di 19 Paesi.

– Identificate flavonoidi che modificano i contenuti stagionali nelle foglie di olivo. In condizioni sperimentali definite possono essere marker di diascriminazione varietale;

– Messa a punto di procedura di estrazione rapida solido-liquido (LSE), con cartuccia Extrelut (terra di diatomee) e solventi diversi, per determinare i composti polifenolici estratti da frutti di olive appena raccolti. Il metodo di frazionamento, rapido e riproducibile, permette il recupero quantitativo di tutti i composti e di raccogliere frazioni per l’analisi diretta con HPLC.

– Selezionato genotipi di olivo i cui frutti, a maturazione, sono stati in grado di fornire oli “mono varietali” di particolare valore nutraceutico per ampi contenuti medi di acido oleico (79%), di polifenoli totali (900 mg/Kh) e tocoferoli (430 mg/Kg) – (1993);

– Messa a punto di proposta metodologica per l’estrazione del DNA dalle foglie di olivo e dalle morchie presenti negli oli di oliva mono varietali (1997);

– Sequenziato 52 microsatelliti o Simple Sequence Repeats (SSR) da sessanta cloni positivi ottenuti da due librerie “Frantoio” di olive genomiche arricchite rispettivamente in (AC / GT) e (AG / CT).

– Realizzato primo studio sugli 8 olivi storici presenti nell’Hortus del “Gethsemani” a Gerusalemme che hanno certificato,identico profilo genetico delle piante (ottenute quindi per clonazione di una pianta madre) e stabilito che l’età di tre alberi è risalente al secolo XII°;

– Messa a punto di tecniche, con micro-sensori ottici, che sono in grado di predire le caratteristiche merceologiche e gli indicatori di qualità dell’olio vergine di oliva e di convalidare la provenienza geografica dei prodotti “DOP”;

Sperimentata metodologia basata su tecnologia a fibre ottiche in grado di rivelare una delle frodi più usuali nel settore oleario che consiste nel miscelare oli merceologicamente diversi (di oliva raffinato, deodorato o di sansa raffinato) per poi introdurli sui mercati come prodotti “vergini o extravergini” di qualità.

Altri Incarichi

Attività in comitati scientifici

Esperto della materia, ha rappresentato il CNR in commissioni ministeriali e in Comitati tecnico-scientifici nazionali e internazionali.

– Coordinatore gruppo Panel per la Valutazione di Progetti afferenti al Programma Operativo Nazionale “Ricerca e Competitività” (R&C) 2007-2013 (G.U. del 21 gennaio 2010) – Settore Agroalimentare (Ministro dell’Istruzione e dell’Università – 2010/2012);

– Esperto della biodiversità vegetale nella Commissione Scientifica CITES per l’applicazione della Convenzione di Washington. (Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio2003/2006);

– Esperto botanico nella Commissione Scientifica CITES(Presidente del CNR – 2006/2009);

– Esperto Tecnico Scientifico per la valutazione delle attività inserite nei Programmi Operativi Nazionali (PON) finanziati dai Fondi strutturale europei (Ministro dell’Istruzione e dell’Università – 2011/2017);

– Esperto Valutatore di progetti di ricerca nel settore della Olivicoltura (Ministro della Scienza, Educazione e degli Sport della Repubblica di Croazia -2006/2012);

– Esperto in Comitato tecnico-scientifico per le Risorse Genetiche nel settore della Olivicoltura (Presidente Consiglio Oleicolo Internazionale, Madrid – 1996/2008);

– Esperto Valutatore del Progetto Internazionale CFC/IOOC/02 “Creation of Pilot Demonstration Plants and Trainig to Improve Olive Oil Quality, realizzato da istituzioni in Algeria(Sidi Aich), Marocco(Fes e Meknes), Tunisia(Sfax e Tunisi). – Nomina direttore Common Fund for Commodities -Amsterdam (2004).

– Esperto in Comitato Scientifico per la valutazione accademica e d’insegnamento di Professore Ass

Iscriviti alle
newsletter