Proprio così, sono dieci anni di Olio Officina, ormai. Per comprenderli consiglio di leggere nel dettaglio il CHI SIAMO pubblicato in questa nuova versione web di Olio Officina.
Dire “nuova versione” equivale a dire “nuovo abito”, ma non è soltanto un abito nuovo, è qualcosa d’altro e molto di più.
Qualcosa d’altro. Perché da oggi, 3 giugno 2020, cliccando su www.olioofficina.it non si trova più un sito internet che ospita il Magazine, ma un vero, grande portale web, in cui confluiscono tutti i siti internet (ne abbiamo tanti, con diversi domini) che fanno capo a Olio Officina.
È molto di più di un nuovo abito. Perché i progetti coltivati da anni ora si materializzano, come nel caso del dizionario biografico “Gotha alimentare”, dove vengono ospitate le biografie dei principali protagonisti della scena pubblica che hanno a che fare con l’olio, ma anche con altri alimenti. Sentivo profondamente questa necessità: rendere testimonianza, storicizzare le vite di chi ci ha preceduto e di chi sta vivendo la contemporaneità. Il “Gotha” raccoglie le storie dei vari soggetti (alcuni di essi noti al grande pubblico, altri solo agli addetti ali lavori) ma anche le storie delle imprese, dalla loro fondazione a oggi.
E poi non è soltanto un abito nuovo, ma una nuova visione del mondo. Perché, di fatto, dopo dieci anni da quando tutto ebbe inizio, Olio Officina merita molto di più di un abito nuovo. Non sto qui a spiegare tutto, punto per punto, ma chi segue con attenzione quel che è stato realizzato in tutto questo tempo sa che ho messo in piedi – da solo, in maniera indipendente, seppure con il supporto di pochi ma straordinari amici – il più grande polo culturale al mondo dedicato agli oli da olive e, per esteso, a tutti i condimenti. Sconfinando pure in altri ambiti, come per esempio la rivista di letterature diretta da Daniela Marcheschi. Mi riferisco a Corso Italia 7, di cui – sono certo – molti di voi ignorano l’esistenza, proprio perché questa rivista ha un suo pubblico dedicato e a aveva un proprio dominio internet 9www.corsoitalia7.it), ma ora, sempre in questa nuova chiave di lettura inclusiva, entra anche questa rivista, di diritto, nella nuova versione di Olio Officina, facendo così parte integrante del portale.
Non avete dunque mai letto Corso Italia 7? Allora – che aspettate – cliccate QUI per leggere qualcosa che ho scritto io al riguardo; oppure QUI, per leggere direttamente l’editoriale di Daniela Marcheschi; o infine QUI per leggere tutti gli articoli della rivista di letterature, proprio così, letterature, al plurale.
Vi stupisco? Forse sì, anzi, vi stupisco eccome. Ma intanto mi avvio alla chiusura con un aneddoto, ma non ve lo svelo subito. Partiamo da Adamo ed Eva, ma senza farla troppo lunga, però: sapete benissimo che fare informazione implica l’onere di sopportare costi elevati. Noi abbiamo contenuti originali, prodotti da noi, e solo per non far torto ad amici pubblichiamo talvolta qualche comunicato stampa (cercando sempre di personalizzarlo, però, non di riportare tutto il testo tal quale, senza prima verificarne attendibilità e valore del contenuto – e abbiamo predisposto una sezione specifica, denominata Terra Nuda). Ebbene, più una pubblicazione è di qualità e originale nei suoi contenuti, più elevati sono i costi che si dovranno giocoforza sostenere. Per questo si vive in parte di pubblicità e in parte di abbonamenti.
Noi abbiamo gli abbonamenti per le riviste cartacee e ora anche per la rivista web (dove, per intenderci, l’abbonamento consente di leggere contenuti aperti a chiunque, ma con privilegi che è sempre giusto assegnare a chi ci sostiene). Perciò, datevi da fare nel sostenere il progetto culturale di Olio Officina – ovviamente non a occhi chiusi, ma solo se vi piace: se vi piace, se lo ritenete ben fatto e se ne condividete non il pensiero, ma lo spirito.
I pensieri possono anche non coincidere con quelli di chi ci segue e legge, il pensiero è sempre plurale e libero, se tutti dovessimo pensarla allo stesso modo sarebbe il suicidio del genere umano. Avete mai letto Hegel? Per il grande pensatore tedesco tutto ciò che abbiamo davanti a noi è complesso, stratificato, perfino contraddittorio, a volte. Guai se non fosse così. Un pensiero si contrappone a un altro, è la vita, è la realtà. Esiste perciò la dialettica, appunto. Che è poi la chiave di lettura che ci consente di interpretare e vivere ogni volta la realtà nella sua molteplice espressione e in tutta la sua amabile e seducente complessità. Avete presente l’antica dottrina di Eraclito, quella che in filosofia si dice definisce la “sintesi dei contrari”? Ebbene, Olio Officina vuole essere l’armonia dei contrari e per conseguire questo difficile traguardo si sforza di raccontare ed esprimere tutta la complessità senza averne timore.
Olio Officina è qualcosa di diverso da quanto si trova in circolazione. Può piacere, può non piacere, ma è Olio Officina, ha una sua identità e un imprinting riconoscibile da lontano: la si annusa, questa apertura alla pluralità, questo accogliere la complessità senza turbamenti ma con grande curiosità ed entusiasmo.
Quando per connotare Olio Officina io parlo dell’unico polo culturale al mondo dedicato agli oli da olive e ai condimenti – forse qualcuno potrà accusarmi di essere presuntuoso – in realtà io sostengo con profonda convinzione che si tratti invece di una verità vera, sicuramente scioccante, certo, ma vera, autentica. Non esagero, e vi spiego perché.
Olio Officina è tante riviste, sia in edizione cartacea, sia in edizione telematica, sia in edizione digitale sfogliabile, ma è anche una casa editrice che pubblica libri.
Olio Officina è pure una realtà che organizza eventi, il primo e più importante dei quali è Olio Officina Festival (la decima edizione si svolgerà dal 4 al 6 febbraio 2021), e di un altro evento di successo, il Forum Olio & Ristorazione (la cui terza edizione è fissata per il 5 ottobre), e di un evento itinerante denominato Olio Officina Anteprima (si svolge sempre in autunno), e di molti altri eventi ancora, tra seminari di formazione, convegni, conferenze.
Olio Officina è anche design, con i premi Le Forme dell’Olio (sarà indetta la nona edizione in settembre) e Le Forme dell’Aceto (terza edizione in settembre).
Non solo. Olio Officina produce mostre d’arte e spettacoli. Abbiamo infatti prodotto, curato o ospitato, da soli o in collaborazione, mostre d’arte, performance artistiche e spettacoli di teatro, musica e danza; abbiamo pure prodotto video artistici. Siamo anche gli unici a investire nelle illustrazioni, non acquistate da chi capita, e disponibili a chiunque, ma sempre illustrazioni originali, pezzi unici, di nostra produzione, collaborando con i principali artisti e illustratori. Ci siamo dati perfino al fumetto, allestendo una pubblicazione speciale, in collaborazione con la scuola internazionale del fumetto Comics. Vantiamo collaborazioni prestigiose sia con artisti di primo piano, sia con giovani talenti in collaborazione con l’Accademia di Comunicazione di Milano, lo IED di Milano e tante altre realtà di grande spessore. Nell’ambito di Olio Officina Festival abbiamo creato uno Spazio letterario, da cui sono scaturite antologie di testi e reading. Ci manca ancora di far qualcosa, perché siamo sempre aperti a nuovi impulsi, le idee non ci mancano, ma non ci tiriamo mai indietro. Non solo cultura alta, anche cultura specialistica: per esempio, abbiamo condotto ricerche economiche e di mercato, studi di marketing e indagini di consumo. Abbiamo anche collaborato a studi legati alla salute, in collaborazione con il Sioos, la Società italiana olio di oliva e salute, e il Sibs, la Società italiana di biologia sperimentale.
Possiamo dire che in questi dieci anni dalla fondazione abbiamo fatto la nostra parte e agito bene, pur con esiguità di risorse, senza che le Istituzioni mai ci sostenessero in alcun modo, sempre con le sole forze personali, sostanziate e alimentate da chi crede in noi e sponsorizza i nostri eventi o diventa inserzionista sulle nostre piattaforme digitali e cartacee, o ci sostiene attraverso il sostegno di chi sceglie di abbonarsi alle nostre riviste. Insomma, se si vuole, se si crede in qualcosa, i progetti nascono e vivono, lasciano un segno tangibile, pur senza l’aiuto della politica, senza mai compromettere la nostra libertà e indipendenza.
Passo ora all’aneddoto, infine. Sono stato piuttosto lungo, in questo editoriale, e in un Paese che non legge più, o legge poco, o legge solo poche righe e poi abbandona la lettura, questo lungo testo vuole essere volontariamente lungo perché per comunicare occorre che dall’altra parte ci sia un cervello pronto e non inerte.
L’aneddoto. Conservo ancora vivo il ricordo di un manager colluso con la politica e con il peggiore volto di un associazionismo agricolo malato e perverso, il quale, per non prendere impegni con Olio Officina, mi disse, in occasione di un incontro pubblico da poco terminato, subito dopo aver flirtato con un politico presente in sala: “come faccio a fare pubblicità sulle tue riviste? Sono troppo culturali”. Già, perché la cultura infatti è insopportabile, già quando è in una misura normale e contenuta, figurarsi quando questa eccede. Molti si abituano purtroppo a concepire i mezzi di informazione come semplici casse di risonanza per dar voce ai potenti di turno, e comunque ai gruppi di potere, mentre invece i media, a mio umile parere, debbono al contrario esprimere qualcosa di indipendente, perché è così che ogni prodotto culturale deve essere: libero e indipendente.
La cultura per certi versi fa male, e non piace, soprattutto quando si muove e agisce in piena libertà, senza condizionamenti. Ecco, Olio Officina, a dieci anni dalla fondazione, vuole restare così, sana e libera da intromissioni, e permettetemi anche di dire: pura.
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