Servono procedure snelle e celeri per far ripartire la Puglia olivicola
Secondo Cia-Agricoltori italiani, la Regione ha iniziato a occuparsi del fenomeno Xylella solamente da due anni. In questo lungo decennio l’area infetta si è progressivamente allargata: ad oggi, gli ettari coinvolti sono quasi 750mila e il 50% dell’olivicoltura è compromesso. È indispensabile un cambio di velocità nel piano di contrasto e il presidente nazionale della Confederazione, Cristiano Fini, garantisce alle istituzioni europee, governative, regionali e alla comunità scientifica tutta la collaborazione necessaria
Subito una struttura nazionale dedicata all’emergenza Xylella con pieni poteri a un commissario straordinario, più risorse e procedure snelle. Questo l’appello di Cia-Agricoltori Italiani, che lamenta i ritardi burocratici della Regione Puglia, troppo lenta nell’attuare strategie celeri ed efficaci.
Le lentezze riguardano sia l’estirpazione delle piante infette, sia l’erogazione dei ristori agli olivicoltori.
Secondo Cia, la Regione Puglia ha iniziato a occuparsi del fenomeno Xylella solamente da due anni e l’area infetta, negli anni di immobilità dei decisori politici, si è man mano allargata: da Lecce ha raggiunto le province di Brindisi e Taranto, per fare poi ingresso anche nel Barese.
L’area interessata si estende, ormai, su quasi 750 mila ettari ed è compromesso il 50% dell’olivicoltura pugliese”.
Alcuni esponenti istituzionali regionali, negli anni successivi ai ritrovamenti dei primi focolai, hanno preferito dare credito a pseudo ambientalisti con teorie che nulla avevano a che fare con la scienza -dichiara il presidente nazionale Cia, Cristiano Fini-.
In tema di responsabilità confidiamo nella neoistituita commissione di inchiesta parlamentare sulla Xylella che ci auguriamo possa portare alla luce tutto quello che è successo”.
Secondo Cia, il Piano per la Rigenerazione Agricola della Puglia, dedicato alle aree infette, fu ideato come strumento di finanziamento straordinario, ma si avvale di procedure ordinarie che non sono in grado di gestire l’emergenza.
Al momento le eradicazioni sono in ritardo di almeno un biennio (sono state recentemente estirpate piante dichiarate infette nel 2021), mentre chi ha provveduto a eradicare in proprio, è ancora in attesa dei contributi regionali.
Per quanto concerne il sostegno al reddito alle imprese agricole previsto dal Piano, sono stati parzialmente erogati solo i fondi relativi al 2018, mentre si registrano ritardi inammissibili anche per le risorse destinate al reimpianto nelle aree infette.
Cia ritiene, dunque, indispensabile un cambio di velocità nel piano di contrasto della Xylella con la nomina di un commissario che abbia poteri speciali, risorse umane e finanziarie adeguate.
“Da parte nostra continueremo a fornire tutta la collaborazione alle istituzioni europee, governative e regionali e alla comunità scientifica come stiamo facendo ininterrottamente dall’autunno del 2013, per salvare quello che rimane della olivicoltura pugliese e dell’intera olivicoltura nazionale”, conclude Fini.
In apertura, foto di Olio Officina©
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