Codice Oleario

Perché si parla di degommaggio dell’olio e in quale modo può essere sostenibile

Nel settore degli oli vegetali è una tecnica fondamentale, che consiste nella rimozione dei composti naturalmente contenuti nell’olio greggio di partenza e impiega una quantità importante di reagenti chimici. Secondo una ricerca effettuata da Salov, in collaborazione con l’Università di Pisa, una valida alternativa a processi di questa natura trova spazio nel degommaggio enzimatico che, tra i vari risultati, garantisce una rimozione più efficace dei fosfolipidi, rese maggiori di olio e un minore impatto ambientale

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Da dove proviene l’extra vergine che consumiamo?

L’università di Barcellona, in collaborazione con l’'Istituto di Ricerca in Tecnologia Agroalimentare, Irta, ha sviluppato uno strumento capace di verificare, e garantire, l’origine europea di un olio Evo. In questo settore le frodi commerciali sono molto diffuse, ma l’analisi degli idrocarburi sesquiterpenici, dei composti organici presenti nelle piante, permetterà di risalire alla loro origine geografica in quanto, questi elementi, hanno una composizione differente a seconda del clima e delle diverse condizioni ambientali

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Perché scartarlo? Il nocciolino dell’oliva per la cura dei nostri capelli

Frantoio Valsanterno e Oway, l’azienda produttrice di agricosmetici, hanno dato vita a un progetto di up-cycling che vede nel riutilizzo un grande valore. Il nocciolo dell’oliva, ricco di elementi idratanti e protettivi per i capelli, viene impiegato nella realizzazione di prodotti sostenibili. Entrambe le realtà guardando costantemente a soluzioni di questa natura, contribuendo così alla protezione per il territorio e l’ambiente

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Si possono produrre extra vergini secondo modelli tecnologicamente avanzati e sostenibili

La qualità degli oli si fa progetto attraverso una metodologia scientifica standardizzata per mezzo della quale sarà possibile svolgere tutte le attività volte al miglioramento della qualità del prodotto in campo e in frantoio. In Sicilia, a Chiaramonte Gulfi, la presentazione di un sistema innovativo che potrà portare a un cambiamento di visione

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I droni per salvare le olive dalla mosca olearia

La bactrocera oleae costituisce una tra le principali e significative minacce per l'olivicoltura. Nella grande contesa tra l’uomo e l’insetto, c’è una grande lotta a chi meglio e più fruisce dei pregiati frutti. L’obiettivo è ridurre le perdite produttive e salvaguardare la sanità del frutto e, di conseguenza, la qualità dell’olio estratto. Che la conduzione sia integrata o biologica poco cambia, ciò che importa è che si ottengano buoni risultati. Il Servizio Fitosanitario della Regione Lombardia sta studiando a tal riguardo l’efficacia dell’utilizzo dei droni

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L’extra vergine danneggiato dal NutriScore. È necessario fare chiarezza

Il Consiglio Oleicolo Internazionale, Coi, in collaborazione con QvExtra!, il prossimo 20 maggio terrà un congresso per stabilire le linee guida in difesa dell’Evo, uno dei prodotti che risente maggiormente dei parametri utilizzati dal sistema di etichettatura. Rappresentanti del settore olivicolo ed esperti internazionali saranno impegnati nell’elaborare le strategie da adottare perché la comunicazione dell’olio sia corretta e ne rispetti le proprietà salutistiche

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L’impegno dell’Unità di normalizzazione per una legislazione internazionale dei prodotti olivicoli

I Paesi membri del Coi, International Olive Council, devono rispettare limiti e standard specifici. Così uno degli incarichi principali dell’Unità è l’elaborazione di norme volte a regolare la produzione degli oli da olive e delle olive da mensa, garantendo una maggiore armonia normativa a tutti i mercati produttori

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Rendere sostenibile il futuro del settore oleario. Una sfida possibile

La Società italiana per lo studio delle sostanze grasse annuncia il tema del congresso 2022: Oli e grassi alimentari: innovazione e sostenibilità nella produzione e nel controllo, in programma a Perugia dal 15 al 17 giugno. Ad attendere il pubblico un ricco e intenso programma. Verranno presentate le ultime tecnologie e i nuovi metodi studiati per ridurre l’impatto delle aziende del comparto sull’ambiente e sugli ecosistemi

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La qualità degli extra vergini d’eccellenza va protetta con confezioni di qualità

Non basta produrre oli di alto profilo qualitativo, occorre anche spedirli nelle migliori condizioni possibili. Si tratta di un prodotto di per sé fragile, va dunque protetto. Di recente, oltretutto, sono state studiate soluzioni ad hoc, per soddisfare le esigenze dei produttori d’olio, offrendo anche un servizio per il trasporto delle latte in banda stagnata. Ogni imballo affronta un crash test specifico per assicurare che i prodotti resistano alle cadute e ai vari ambienti che possono incontrare nel corso dei vari tragitti. È il caso degli imballaggi Perbacco

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Percorso obbligato: si va verso una moderna e più competitiva olivicoltura

Il progetto Molti, realizzato da Crea Olivicoltura, frutticoltura e agrumicoltura, è il piano Miglioramento della produzione in oliveti tradizionali e intensivi, nato con lo scopo di recuperare il divario tra il settore olivicolo italiano e quello degli altri Paesi concorrenti, mettendo a disposizione dei produttori delle conoscenze specifiche. L’intero comparto ha una forte necessità di essere rilanciato attraverso il rinnovamento e l’innovazione, e nonostante le difficoltà siano numerose e disparate, le soluzioni e le tecniche ottimizzate guardano alle sfide future per consentire la ripresa dell’intera filiera

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L’olivicoltura ha bisogno di giovani. Una Scuola dell’olio e dell’olivocultura in Toscana

Nell’area del comune di Vinci le aziende olivicole hanno grandi difficoltà nel trovare personale specializzato. La Pro Loco, in collaborazione con il Comune, per aiutare il settore ha organizzato un corso professionalizzante volto a formare figure capaci di operare all’interno della filiera dell’ulivo e dell’olio contribuendo al suo miglioramento. Gli interessati potranno visionare il bando e presentare la domanda entro mercoledì 20 aprile

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Olivicoltura ad alta densità con cultivar italiane

Non è un'eresia parlare di olivicoltura moderna con sesti di impianto differenti da quelli tradizionali in Italia. Gli elevati costi di produzione da un lato spingono a un cambiamento radicale, ma chi pensa che vi siano rischi per la biodiversità si sbaglia. Il caso di di Alessio Pezzoli dei Vivai Verde Molise di Termoli. Il suo obiettivo è stato capire se nel germoplasma olivicolo nazionale ci fossero cultivar, popolazioni o biotipi censite e sconosciute che potessero essere adattati ai nuovi modelli. Ecco i risultati ottenuti nei vari impianti dimostrativi

Pasquale Ciuffreda


Ci sono nuovi strumenti per ottenere oli di maggiore qualità in Spagna

L’investimento del Gruppo Dcoop, dal valore di 1,169 milioni di euro, ha permesso di sviluppare la tecnologia Nir, Near Infrared, volta all’ottenimento di extra vergini migliori. Questo sistema, tra i diversi benefici che apporta, consente di conoscere lo stato del frutto in tempo reale: ciò significa poter selezionare e raggruppare la materia prima in modo omogeneo, così che l’olio ottenuto provenga solo da olive di qualità superiore

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